sabato 22 febbraio 2014

L'accogliente Brac


Se cercate un'isola dove il vostro cuore sarà leggero e l'animo ben nutrito, benvenuti a Brac. Già il nome evoca il conforto di un abbraccio amico, accogliente e ben disposto. E l'isola è proprio così. La più grande e accessibile delle isole dalmate, è la prima che si incontra partendo da Spalato nonché la più amata dai croati. Presenta una costa bassa e riposante: lungo la strada principale compaiono calette di incomparabile bellezza, subito accessibili, senza alcun problema di parcheggio né di sentieri impervi o di eccessivo affollamento. Brac è anche l'isola più economica tra quelle dalmate. Ed è quella che ha il maggior equilibrio tra turismo, sport, natura, artigianato e gastronomia. Di tutto un po'. Senza eccedere in niente, senza farsi mancare niente.

Brac è famosa per la cittadina di Bol e il suo "Corno d'Oro": la lunga spiaggia circondata dai pini che, appunto, come un corno, "entra" nel mare cristallino, proseguendo per diversi metri.

Il Corno d'Oro

Inutile dirvi che questo è anche il luogo più affollato e turistico di tutta l'isola, con una parte della spiaggia famosa per essere riservata ai nudisti e l'altra parte ricca di ombrelloni, sdraio, chioschi di ristoro e affitta attrezzature sportive. E' qui, infatti, che si concentrano la maggior parte dei turisti e degli sportivi che praticano wind surf. 
La spiaggia non è fatta di sabbia ma da ghiaia chiara, che accentua la trasparenza dell'acqua.
Sicuramente d'impatto scenico, con il mare da entrambe le parti del "corno" e la sua punta che cambia ogni giorno direzione a seconda delle correnti, tuttavia non credo sia la parte più bella di Brac. Personalmente ho preferito calette più isolate e solitarie. Nondimeno è sicuramente da vedere per l'unicità della sua conformazione naturalistica. Inoltre è piacevole la passeggiata sotto la pineta che collega la spiaggia alla cittadina di Bol. Qui, all'ombra dei pini, si gode una meravigliosa vista sulle calette prima del Corno, ci si può sedere sulle panchine a mangiare un gelato o curiosare tra le bancarelle. Personalmente mi è capitato di scendere in uno dei lidi prima di arrivare in paese e sono rimasta colpita dal gettone per la doccia che comprendeva l'accesso a una vera e propria stanza da bagno, con tanto di acqua calda, asciugamano lindo di bucato e bagnoschiuma. Se proprio ci devono essere dei lidi (che comunque sono solo su questa parte dell'isola) che almeno siano così!

Bol è una graziosa cittadina in stile dalmata-veneziano, anch'essa piuttosto frequentata e ricca di locali e negozi. Nello stesso tempo è molto tranquilla e dai ritmi rilassati e senza troppe pretese modaiole.
 
Bol
 

Ma la vera anima di questa zona di Brac, secondo me, sono le calette semideserte dopo Murvica, continuando la strada sterrata dopo il Corno d'Oro. Qui troviamo veri e propri gioielli della natura. Minuscole insenature di ghiaia bianchissima, nascoste tra la folta vegetazione. Radure paradisiache poco conosciute, dove ritemprare corpo e mente. 

Caletta dopo Murvica




L'acqua è così trasparente da sembrare che le barche siano sospese nel vuoto. L'odore di mare e di pini ci invade. La mente si libera. Il corpo si alleggerisce. Il benessere prende il posto dello stress, delle preoccupazioni, della tensione. Non esiste più niente. In questo paradiso della natura. Solo tu, il mare e i boschi. In un equilibrio atavico che ridimensiona tutte le cose e ci riporta alla libertà della natura.
E, guardando nell'acqua, continua lo spettacolo. 
Non vi sembra di osservare un quadro impressionista? Questi colori, questi riflessi, non sono forse la bellezza dei tratti di un dipinto? Se guardate meglio vi renderete conto che, invece, si tratta di pesci. Branchi e branchi che nuotano a filo di quest'acqua creando una vera e propria opera d'arte di colore e di luce.

pesci
 

Non siete ancora del tutto convinti di partire per Brac?
Bene, allora continuiamo il viaggio virtuale, vi porto a scoprire le altre meraviglie di quest'isola per persuadervi definitivamente.
Dalla parte opposta a Bol, si trova la cittadina di Supetar, con le case rivolte tutte verso il mare, il campanile del Duomo a dominare il paesaggio e un'atmosfera tipicamente dalmata. Supetar, infatti, è sicuramente meno internazionale di Bol, ed è maggiormente rivolta a un turismo nazionale croato e, perciò, più interessante per scoprire la vera cultura di questo popolo.

Supetar

Il lungomare è attrezzato con scivoli d'acqua, possibilità di affittare moto d'acqua e altra attrezzatura sportiva. Il passeggio è animato e molteplici sono i locali dove gustare dell'ottimo pesce fresco o bere una birra locale accompagnata da una allegra musica croata. Non mancano bancarelle e giostre per il divertimento dei bambini. Vivace e allegra, qui si respira la voglia dei Croati di divertirsi e nello stesso tempo la tranquillità di un turismo principalmente rivolto a famiglie e a sportivi.

Poco distante si trova la piccola contrada di Splitska, anche questa molto suggestiva con il suo campanile e il lungomare illuminato. La strada per arrivarvi odora di mare e di pini. Il mare qui, infatti, è direttamente accessibile e forma piccoli golfi dove poter fare il bagno accanto la pineta. 

Splitska


Continuando la strada principale, in breve si arriva a Postira, altra cittadina interessante. Qui, al tramonto, le case affacciate sul mare si tingono di rosso e l'atmosfera si fa pacata. Svetta una statua di pietra bianca di un uomo che guarda l'orizzonte a salutare il giorno e il mare.

Postira
Statua di pietra bianca

Di questa pietra bianca è assolutamente necessario parlare. E' la famosissima pietra di Brac, estratta dalle cave dell'isola, lavorata da sapienti mani artigiane per farne elementi architettonici, d'arredamento o monili. Ma la pietra di Brac è stata anche usata per la costruzione dell'intero Palazzo di Diocleziano a Spalato e di molte delle architetture croate. Ed è stata importata in tutto il mondo per usarla in costruzione. La Casa Bianca a Washington ne è il più famoso esempio di utilizzo.

Oggi i giovani isolani continuano la tradizione secolare e imparano il mestiere di scalpellini alla scuola di Pucisca, una cittadina in puro stile veneziano, che compare improvvisamente, graziosissima,  in una baia tra valli verdeggianti. 

Pucisca


Le ultime due zone di Brac, di cui desidero parlarvi, sono quelle meno turistiche di Povlja e di Sumartin.
Per raggiungerle, da Supetar, si attraversa l'interno boscoso dell'isola. Un repentino cambiamento d'ambiente, che da marino passa a tipicamente montano in pochi chilometri.
Facile incontrare, lungo questa strada, greggi di pecore o di capre. Non mancano neppure i sentieri di montagna per chi ama passeggiare nei boschi.
Poi, si ridiscende a mare.

Povlja è una minuscola contrada dove regna la tranquillità più assoluta. E' incastonata tra valli incontaminate, dove la sensazione sarà quella di trovarsi in pace col mondo e, contemporaneamente, fuori da esso. 
Qui si trova una cava di pietra abbandonata, proprio sul mare, dove il bianco della pietra dell'isola accentua i colori dell'acqua del mare. 

Mare a Povlja





Dalla parte di Sumartin, invece, si trovano deliziose calette dall'acqua verde smeraldo, adagiate tra valli ricche di vegetazione.

Mare vicino Sumartin

Mare vicino Sumartin


Allora, siete convinti?
Brac ha tutto. E' un'isola che soddisfa ogni desiderio. Ha un bellissimo mare, subito accessibile. Una natura importante. Estesi boschi interni. Innumerevoli paesi graziosi. Possibilità di praticare sport di ogni tipo. Divertimenti e servizi turistici, senza rinunciare alla tranquillità e alla pace. Gastronomia appagante. Artigianato di pietra bianca invidiabile.
Nessun aspetto viene meno. Niente è trascurato. A Brac non è necessario fare alcuna rinuncia. E' un'isola dall'anima accogliente. Accoglienti sono i suoi abitanti, tutti sempre gentilissimi, e la loro politica turistica. Accogliente è la natura stessa dell'isola, con una costa alla portata di tutti, ma anche con piccole cale e zone tutte da scoprire. Ci si rilassa, a Brac. Si ha un senso di completezza, di benessere. La sensazione di essere amati dall'isola. Di essere sempre benvenuti e facilitati nella realizzazione di ogni proprio desiderio.
E' un'isola aperta, radiosa, allegra, giovanile. 
Che aspettate?



mercoledì 12 febbraio 2014

Profumo di lavanda a Hvar


L'isola di Hvar è stata la prima. La prima tra le isole dalmate visitate. Il luogo che, per primo, mi ha fatto amare la Croazia. 
Occorreva scegliere un'isola. Soltanto una, tra tutte, affinché il tempo a disposizione fosse dedicato esclusivamente alla scoperta di una singola località. 
E' stata una scelta meditata e un po' sofferta. Hvar non era certo quella che più mi attraeva. A confronto con le altre, definite "selvagge" e "per gli amanti della natura" (quindi decisamente più adatte a me), questa veniva spesso descritta come l'isola della mondanità, del turismo di lusso, delle notti brave in discoteca. 
Eppure, la rivista Travelling l'aveva annoverata tra le dieci isole più belle al mondo, e svariati articoli la inquadravano sotto una luce interessante, dal punto di vista architettonico, meteorologico (l'isola con più giorni di sole all'anno) e perfino naturalistico. Ne veniva sottolineata la varietà e la completezza degli ambienti. E allora ho messo da parte la mia sfrenata voglia di natura selvaggia, per iniziare a conoscere la Dalmazia da quella che, se non la più bella, avevo intuito fosse la più interessante delle sue isole: Hvar.
E non ho sbagliato.

A tutti coloro che odiano confusione e discoteche dirò subito di stare tranquilli. 

La movida è concentrata esclusivamente nel capoluogo: la città di Hvar. Qui attraccano yacht di lusso, i locali chic sono aperti fino a tarda notte, il lungomare è animato e pieno di gioventù. Per chi si vuole divertire è l'ideale. Senza contare che la stessa cittadina è molto bella e merita senz'altro una visita. 


Tutto il resto dell'isola offre invece un turismo per famiglie e coppie, nella più assoluta tranquillità e, in alcuni casi, addirittura nell'isolamento.
Ecco perché Hvar è un'isola che accontenta tutti.

A me ha sorpreso già dall'attracco della nave, nel piccolo porto di Starigrad, dove ho superato definitivamente ogni titubanza. Lascio giudicare a voi dall'immagine. 
Boschi e mare.
Delizia per i miei occhi affamati di natura!
Che avreste pensato? Io sono rimasta a bocca aperta, pensando che fosse l'isola che non c'è. Altro che mondanità! Se già al porto quello che vedevo erano boschi e mare...

Infatti i sospetti si sono rivelati fondati: Hvar è, tanto quanto le altre isole dalmate, un'isola per gli amanti della natura e della tranquillità. Purtroppo però, spesso passa solo l'immagine di una piccola parte dell'isola, la città di Hvar appunto, famosa per la movida. Del resto dell'isola poco si parla, ma vi posso assicurare che merita assolutamente.

Io trovo che, idealmente, l'isola possa essere divisa in quattro diverse aree: Hvar città, di cui ho già abbondantemente parlato; il territorio di Starigrad, Vrboska e Jelsa, adatte a un turismo più tranquillo; Zavala, per il mare più incontaminato; e infine tutti i 47 km della stretta strada che congiunge Jelsa a Sucuraj, capo opposto dell'isola.
Ognuna di queste aree ha una atmosfera a se stante che merita di essere approfondita.

Starigrad è un graziosissimo paesino in stile dalmata, fatto di case in pietra che si sviluppano intorno al molo e ai canali dove sono ormeggiate le barche. Si trova in una valle, circondata da monti. E' un paese pulito e molto curato; è piacevole passeggiare e la sera si anima di bancarelle e locali dove è possibile gustare delle grigliate di carne o di pesce freschissimo. La gente è semplice e alla mano e rende rilassante soggiornare qui. Chi vuole potrà vestirsi elegantemente, ma nessuno vi guarderà male se di sera andrete ancora in giro con le infradito e un vestitino da mare. I ritmi sono lenti e le serate passano rilassate a passeggio tra le viuzze tutte pietra e il lungomare. Quattro chiacchiere, un pò di musica all'aperto, i programmi per la giornata che verrà...

Starigrad


Jelsa è molto simile a Starigrad, sia come architettura che come atmosfera. Leggermente più grande, offre anche un parco alberato dove riposarsi all'ombra nelle ore più calde. Nei suoi pressi troviamo delle "spiagge" leggermente organizzate, nel senso di piattaforme che consentono l'entrata in acqua, le docce, e la presenza di fondale sabbioso molto adatto ai bambini e raro in Croazia. Ci sono poi anche aree più selvagge, rocciose e circondate dalle colline verdi, in un panorama naturale pressoché intatto.
 
Jelsa






Mare nei pressi di Jelsa


Vrboska è una Venezia in miniatura. Deliziosa cittadina, sempre costruita con le case in pietra, è attraversata da canali e ponticelli che la rendono davvero pittoresca. Nei suoi pressi, belle pinete e mare roccioso e cristallino.

Vrboska

Mare nei pressi di Vrboska


Il mare più bello, però, si trova senz'altro dalla parte di Zavala, ancora un altro mondo rispetto alle zone dell'isola di cui vi ho parlato finora. Per arrivarci occorre passare un tunnel scavato nella roccia viva, con il senso unico alternato di marcia. E' incredibile la sensazione perché gallerie così non se ne vedono spesso, è proprio come passare sotto una lunga grotta, stretta, a contatto con la pietra viva. E, come per magia, usciti da lì vi troverete in un altro mondo. Qui la costa è alta e selvaggia. Ci sono delle contrade ma non più cittadine importanti. In compenso i paesaggi naturali sono d'impatto. L'acqua è azzurrissima e fa da contrasto con la roccia rossa, caratteristica di questa parte dell'isola.

Mare nei pressi di Zavala



E infine, veniamo a tutta quella lunga parte dell'isola di Hvar snobbata dal turismo internazionale e spesso anche nazionale.
Dopo Jelsa la strada si inerpica in montagna. Il paesaggio dapprima si apre permettendo di spaziare la vista sulle altre isole, dall'alto, e poi si chiude sulla montagna. Attraverserete una strada tutta interna, senza vedere il mare, tra i boschi fitti. Qui però si aprono profondissime vallate che conducono giù, a livello del mare, in minuscole contrade marine, in cui il tempo sembra essersi fermato. Prima di Sucuraj, mi sono fermata un pomeriggio in una di queste contrade fuori dal tempo. C'era un bar, un market e quattro (di numero) case in affitto. La gente che alloggia qui si conosce tutta e forma una piccola comunità di abitué, che passano l'estate nella più assoluta tranquillità della loro valle. In esclusiva. Tutto il resto a chilometri di distanza. Odore di pini e di ginepri. Acqua cristallina. Ristoro del corpo e dello spirito. 
Sucuraj è invece un piccolo paese, ancora più tranquillo rispetto a Starigrad, Vrboska e Jelsa, e non particolarmente interessante dal punto di vista architettonico, ma dove si mangia benissimo sia carne che pesce a prezzi ancora molto bassi. Fuori dal circuito turistico, è un luogo ancora attento ai rapporti umani e alla cucina artigianale.

Mare in una valle prima di Sucuraj


E, dunque, ecco i mondi di Hvar. 
Qual è dunque la sua anima, vi chiederete, se ha così tante sfaccettature e luoghi interessanti?
Vi rispondo pensando all'unico elemento che accomuna tutta l'isola, che siate a Hvar come a Sucuraj, che siate al mare o tra le montagne: la lavanda.
E' il fiore dell'isola. E l'isola ha il suo profumo. Cresce spontaneo o in coltivazioni. Ovunque. E viene venduto nei negozi e nelle bancarelle sotto forma di diversi prodotti: sacchetti ricamati profuma biancheria, olio profumato, saponette, bagnoschiuma. 
E' famosa nel mondo, la lavanda di Hvar. Profuma l'isola insieme all'odore dei pini. La sentirete mentre viaggerete in macchina con i finestrini aperti o mentre passeggerete per i paesi o farete il bagno al mare. Vi raggiungerà e vi parlerà dell'isola. Mentre le macchie viola della fioritura rallegreranno il paesaggio e gli occhi.

Fiori di lavanda


 

E, quando cala la sera, eccovi davanti Hvar nella sua interezza. Nelle sagome che sfumano nell'ultima luce del giorno, godete questa luce con la pace interiore che vi avrà regalato l'isola. Profumi, fiori, paesi, boschi.




Da sola, Hvar, riassume tutto il senso dello spot sulla Croazia che spopolava qualche anno fa: "Croazia: il Mediterraneo come era una volta". E' proprio così: mare cristallino, pulito, poco intaccato dalla presenza umana. Natura generosa. Gente semplice e genuina.
E' quello che noi abbiamo perso, con le eccessive concessioni delle spiagge, con la costruzione di ecomostri, con lo sfruttamento turistico, con la troppa pesca, ecc.ecc.
E da qui un'amara considerazione: chissà come sarebbe oggi questa splendida isola se fosse rimasta in mano agli italiani. Avremmo, ahimè, disboscato, costruito lidi e snaturato il luogo come spesso abbiamo fatto altrove?
Poi una speranza: che il popolo croato mantenga sempre questo spirito di conservazione del patrimonio naturalistico, che non ceda alle lusinghe di un turismo che strizza gli occhi a lidi, alberghi sul mare e villaggi turistici. 
Spero che rimangano fedeli alla loro moneta, la Kuna, che riflette tutto l'amore per la natura. Le 5 Kn hanno impresso l'orso,  le 2 Kn la faina, 1 Kn il pesce e nei centesimi ci sono i fiori. Finché sarà così...
Vi lascio infine con augurio: che di Hvar non si parli più solo per le sue notti di follia estiva, ma che si inizi a parlarne per le tante bellezze che la contraddistinguono.
Spero di aver iniziato io, con questo post, a farlo. Perché è davvero una bellissima isola che merita di essere conosciuta per molto più che la movida di una zona. 



martedì 4 febbraio 2014

Mljet: l'isola nell'isola


La più meridionale tra le isole maggiori della Dalmazia è Mljet. Ed è anche la più incontaminata. Coperta per buona parte del territorio da un parco nazionale e priva di veri e propri paesi, è l'isola perfetta per gli amanti della solitudine e della pace più assoluta. I più la visitano in giornata, partendo da Dubrovnik, da Lastovo, da Korcula o dalla Penisola di Sabbioncello.
Chi rimane alloggia in una delle contrade come Polace, fatte per lo più da un pugno di case disposte lungo il litorale (disponibili all'affitto), un piccolo market, un panettiere, un tabaccaio, un ristorantino (dove gustare dell'ottimo prosciutto dalmata), un affitta biciclette e poco altro. L'isola è abbastanza cara. Essendo poco frequentata dal turismo di massa, infatti, tendono a sfruttare al massimo i pochi visitatori che ci sono. Dopotutto vivere in un'isola selvaggia e coperta di foreste, comporta la difficoltà non poter lavorare alternativamente allo sfruttamento turistico nella stagione estiva. E, ammettiamolo: soggiornare su un'isola selvaggia e coperta di foreste, varrà pure spendere qualche soldo in più rispetto ai luoghi turistici e superaffollati. 
Io ci sono stata per un solo giorno. E me ne sono pentita. Perché il mare di Mljet è quello dal fondale più intatto che abbia visto in Croazia e l'isola meritava sicuramente di essere scoperta anche al di là del parco nazionale. Tra l'altro è veramente faticoso, in un solo giorno, visitare il parco, almeno per me che arrivavo da Dubrovnik, con poche ore a disposizione prima dell'ultimo aliscafo, e che, sopravvalutando la mia resistenza fisica, ho affittato la bicicletta per coprire i circa quattro chilometri (in salita!) che separano Polace dai laghi salmastri, principale attrazione del parco. 


Si tratta di due laghi, comunicanti con il mare, circondati da fitti boschi. Qui si trovano il silenzio e la pace assoluta. Sembra veramente di essere in un mondo a parte.
Il lago più piccolo non ho fatto in tempo a visitarlo. Quello più grande però, da solo, vale il viaggio.

E' un lago circondato interamente da pini, più o meno fitti. 
Una strada consente di effettuarne tutto il giro (piacevolmente all'ombra degli alberi) e scegliere il punto in cui si preferisce scendere sulle sponde. 
Ovunque l'odore dei pini accompagna la passeggiata, insieme al frinire delle cicale. 

Ex convento benedettino
Ma la vera particolarità del lago è che al suo interno ospita un'altra piccola isola:  St. Mary - l'isola nell'isola, appunto - su cui è costruito un ex convento benedettino. Una barchetta effettua il collegamento con l'isola e permette di visitarla e immaginare, per qualche ora, come doveva essere la vita dei frati che vivevano qui. Al centro di un lago, verdissimo, circondato da boschi. In un'isoletta, su un'isola,  il cui perimetro si compie a piedi in pochi minuti, e dalle cui sponde si vedono nuotare branchi di pesci coloratissimi. Fuori dal mondo. In un altro mondo. Dove la pace si respira insieme all'aria. Dove la meditazione arriva spontanea, naturale come il paesaggio che ci circonda. Un luogo spirituale, che non può che essere anche l'anima di Mljet.

Affacciatevi dai resti della terrazza del convento. Sarete circondati dal lago e dalle colline verdi che ne disegnano il contorno. La vista può spaziare. Riposare nel blu e nel verde. Sedetevi sui sedili in pietra. Senza fretta. Immaginatevi qui da giorni, anni, secoli. Non vi rassicura il pensiero, se pur momentaneo e fittizio, di abitare questo piccolo paradiso? 


E quando tornerete a pensieri più terreni, non perdetevi il suggestivo bagno nelle acque del lago. 
E, se vi metterà appetito, sull'isolotto c'è anche un ristorantino pronto ad accogliervi. Tornati poi sulle rive del lago grande, nell'isola madre, potrete continuare la vostra esplorazione delle sponde del lago e scoprire i piccoli torrentelli formati dalle correnti. Molti si divertono qui con le canoe e i kayak.
Ricordate che l'ingresso al parco è a pagamento, ma chi soggiorna sull'isola pagherà solo il primo ingresso e poi potrà entrare liberamente quante volte e quanti giorni vuole. Ovviamente è una zona interdetta ai mezzi a motore. Questo preserva il silenzio e l'assoluto dominio della natura.

Tornati a Polace, dopo un solo giorno o dopo un più lungo soggiorno, in attesa che l'aliscafo vi porti lontano da Mljet, potete fermarvi nelle baie della contrada per un ultimo bagno. O godervi la vita dai ritmi lenti e rilassati, dove l'indispensabile è veramente limitato.


Spero un giorno di tornare a Mljet. Di potervi raccontare di più. Di scoprire l'isola nella sua interezza. Per me è rimasto un luogo affascinante ma ancora misterioso. Di cui serbo nel cuore i boschi, l'odore della vegetazione, la spiritualità dell'ex convento, la presenza così particolare di un'isola dentro l'isola, i rumori della natura, la serenità e il meraviglioso senso di sperduto isolamento. Ma so che c'è ancora tanto da scoprire. Ho guardato con rimpianto, andandomene, quelle frecce di legno che sostituivano i classici cartelli stradali indicando la direzione da prendere per i tanti altri luoghi che l'isola offre. Non so quando e se potrò tornare a Mljet. Se andate prima voi, portatemi in regalo, per favore, un po' di parole che sprigionino il sapore delle zone a me sconosciute. Le atmosfere del poco che ho visto, invece, spero di avervele trasmesse io attraverso questo post. Ora però tocca a voi, perchè viverle, quelle atmosfere, è tutta un'altra cosa.