domenica 21 maggio 2017

L'anima luminosa di Stintino in primavera


Sardegna, estremo lembo di terra nord - occidentale. E' qui che sorge il borgo di Stintino e la sua famosissima spiaggia: La Pelosa, affacciata sul golfo dell'Asinara, con l'omonima isola proprio di fronte. E' difficile parlare di questo luogo, perché ne hanno già parlato tutti. La Pelosa è una delle spiagge più conosciute e frequentate della Sardegna, reclamizzata ovunque, turisticamente sfruttata al massimo. Dei luoghi così, non è semplice individuare l'anima, perché spesso è assopita dal clamore delle persone che la frequentano, perché spesso è nascosta dalla realtà creata artificialmente per i turisti: alberghi, bar, lidi. Vi dico subito che d'estate, quando è difficile trovare anche solamente un posto per stendere il vostro asciugamano sulla sabbia, è impossibile sentire l'anima di questo luogo. Ci possiamo provare adesso, in primavera, ora che ancora non è presa d'assalto, ora che ancora molte delle strutture turistiche sono chiuse e la gente, sì, c'è, ma non è poi molta. Ora che la spiaggia dà il meglio di sé, incorniciata dalla fioritura primaverile che cresce sulle dune di sabbia alle sue spalle. 

La Pelosa, Stintino, panorama.
E' bella La Pelosa. Questo è innegabile. Arrivando, quello che  colpisce subito, d''impatto, è la tonalità  del mare, dal turchese all'azzurro. Un mare che richiama alla mente fantasie di mari tropicali. E poi il contesto in cui la spiaggia è immersa: davanti l'isola dell'Asinara, a sinistra l'isolotto su cui sorge la Torre Aragonese, dietro le dune di sabbia bianca, ricoperte di macchia mediterranea e fiori.
La monocromia dei colori freddi: il blu del mare e il verde della vegetazione, è allegramente interrotta da macchie di fucsia e di giallo. Regalo della primavera che ha diffuso la vita sulle dune, rendendole più affascinanti, così ricoperte di fiori fattisi strada tra la sabbia. Un dipinto perfetto.

Fioriture primaverili sulle dune.
Fioriture primaverili sulle dune.

Facendoci largo tra le dune, utilizzando delle passerelle in legno create per scendere alla spiaggia agevolmente e senza danneggiarle, ora concentriamo la nostra attenzione tutta sul mare. Non prima di aver notato quanto la sabbia bianca sia anche finissima e quanto sia piacevole camminarvi sopra a piedi nudi. Ed è qui, all'improvviso, che alla bellezza innegabile di questo luogo, si aggiunge anche la sua anima, che inizia a farsi sentire. Così, in una giornata di primavera, senza molta gente, mentre camminiamo lentamente sul lungo bagnasciuga de La Pelosa, proprio nell'istante in cui smettiamo di sentirci in un dépliant turistico ed entriamo in sintonia con il luogo. Con la realtà del luogo, spogliato di ogni aspettativa e stereotipo. Quel che resta è la natura generosa, protagonista. Il vento leggero di oggi che scompiglia lievemente il mare trasparentissimo. L'autoritaria solitudine dell'isola dell'Asinara, di fronte. Il mare e la sabbia, la sabbia e il mare, nel punto esatto dove si incontrano, costantemente, in un tempo senza fine. 

E' un'anima luminosa, quella de La Pelosa. C'è un chiarore diffuso ovunque, qui. La sabbia bianchissima, quasi abbagliante. Il mare cristallino, la cui trasparenza è certamente alimentata dal fondale basso e fatto sempre della stessa sabbia bianca dell'arenile. I riflessi di luce che si infrangono, giocando con il mare. E' tutto luce. I colori sono chiari, ma anche lo stesso luogo lo è: così assolutamente conoscibile. Si mostra tutto davanti a noi, rivelato. Un paesaggio aperto, definito, che si offre ampio alla vista. Essa spazia, libera, e abbraccia tutta la spiaggia, senza ostacoli.

Il mare della Pelosa.
Il mare della Pelosa.

L'invitante acqua del mare passa in secondo luogo. Qui, in primavera, non avrete solo voglia di tuffarvi e godervi l'allegria di un bel bagno, come d'estate, ma anche quella di sedervi a guardarlo, questo mare. Di riflettere. Di interiorizzarlo. E fare vostra un po' della sua luce, un po' di questo chiarore che vi fa stringere gli occhi e rilassare la mente. E' un luogo puro, questo. Pulito. Dominato dalla luce che tutto svela. Semplice, se vogliamo: una spiaggia di sabbia, dritta, un mare trasparente e poco profondo, la natura intorno. Semplicemente perfetto.

Spiaggia.

Regalatevelo, allora, questo viaggio. In aprile, in maggio, non oltre. Prima che la ressa estiva invada la meraviglia naturale di questo luogo, che ne soffochi l'anima, piegandola all'artificio di una stagione balneare fatta di creme solari e costumi alla moda. E, se potete, andateci proprio in primavera, quando i fiori adornano la spiaggia, quando i colori sono al massimo del loro splendore, quando la luminosità naturale di questo luogo è massimamente esaltata da un sole generoso, ma non ancora fastidioso. Quando sarà possibile correre sulla spiaggia, liberi, come bambini. Felicemente contagiati dal suo chiarore. Negli occhi. Nell'anima.



Il mare e la montagna: la duplice anima di Cala Li Cossi


Oggi andiamo in Costa Paradiso, nella Sardegna settentrionale, alla scoperta di una delle cale più suggestive dell'isola: Cala Li Cossi. Vi dico la verità: è stata proprio questa spiaggia a convincermi ad andare in Sardegna. Dovendo scegliere la tappa del mio prossimo viaggio, intanto girovagavo virtualmente su Internet in cerca di immagini che mi colpissero. Le fotografie di Li Cossi sono state un colpo di fulmine: tuffo al cuore immediato, incredulità e una voglia di andare assoluta, di quelle che ti fanno cancellare tutte le altre ipotesi possibili. Dunque è deciso: indiscutibilmente Sardegna, a iniziare da Cala Li Cossi. 
Andiamo. Vi porto con me.
Come vi ho già accennato siamo in Costa Paradiso, un tratto costiero compreso tra Vignola e Trinità D'Agultu, caratterizzato da piccole calette bagnate dal mare più limpido, circondate da frastagliate rocce granitiche che vanno dalla dimensione di scogli fino a vere montagne coperte da macchia mediterranea. La più bella, tra queste calette, è Cala Li Cossi.

Sentiero verso Cala Li Cossi.
Per arrivarci dobbiamo entrare nel complesso residenziale chiamato anch'esso Costa Paradiso, e una volta lasciata la macchina iniziare un suggestivo percorso lungo la costa, addossato alla parete rocciosa, che in una decina di minuti ci condurrà alla nostra spiaggia. 
Ricordiamoci che siamo in primavera. Di questa stagione è impossibile non fermarsi più volte, godendoci la passeggiata verso la cala, anche solamente per ammirare il panorama di rocce e di mare incorniciato dalla fioritura primaverile. Il mare è calmo. Trasparente. Gli scogli sembrano suoi fedeli difensori, ora a riposo. I fiori fucsia irrompono sulla scena con allegria cromatica. 

Fioritura primaverile lungo il percorso.


Più in là, lungo il sentiero, si inizia a fare sul serio. Il paesaggio si trasforma e si fa più impegnativo, più montano. Il mare è meno a portata di mano, ci siamo alzati d'altitudine. La roccia è più frastagliata, la macchia mediterranea ci avvolge. E' più vera e dura, rispetto ai fiori colorati e freschi che ci siamo lasciati alle spalle. Questa è abituata al vento, a durare nei mesi, ai capricci del mare. E' forte. E' radicata. Il sentimento che ci accompagna non è più l'allegria primaverile e un po' leggera dell'inizio, ma la stabilità delle cose durature, la solidità di un panorama forte, abituato alle stagioni più impegnative e da esse modellato. La vista si apre e qui spazia lungo la costa. Chilometri così: di rocce e arbusti, su un mare blu. Assoluto.

Panorama lungo il sentiero verso Cala Li Cossi.
 
Ora siamo ansiosi di trovare quello che stiamo cercando. Non è più possibile godersi il percorso passeggiando con tranquillità, perché ora la sentiamo vicina, la meta, e cresce la brama che abbiamo di essa. Ora quello che ci interessa è vedere la spiaggia. Sappiamo che manca pochissimo. Ci prepariamo allo spettacolo.
E difatti, dopo un'ultima curva, eccola: Cala Li Cossi, maestosamente sotto di noi.

Cala Li Cossi.

Cala Li Cossi.

Il cuore batte. Una striscia di sabbia chiara e un mare limpido. Ma non è questo. E' tutto quello che c'è attorno che la rende unica. La spiaggia è chiusa tra le montagne, alte, frastagliate. Dure. Alle sue spalle, la foce dell'omonimo fiume Li Cossi completa un paesaggio controverso e di rara bellezza. Qui si fondono due anime opposte: il mare e la montagna si incontrano in un connubio che ci colpisce proprio per la sua particolarità. Ed è tutto sotto di noi, in una dualità che ha saputo risolvere il conflitto generando un paesaggio unico. La durezza della montagna, l'apertura del mare. Qui convivono, unite dall'acqua e dalla roccia. Acqua di fiume. Acqua di mare. Roccia frastagliata, aspra, della montagna. Roccia che vicino al mare diviene scoglio più levigato. Non sembra neppure di essere in Italia, ma chissà in che parte selvaggia del mondo. Un'aquila sorvola la spiaggia. I profumi di mare e di montagna ci invadono, e mescolati dal vento diventano un solo, unico odore.

Scendere alla spiaggia, che in questa stagione è semi deserta, è come approdare in una terra segreta. Ci si sente un po' naufraghi, camminando con i piedi nudi che affondano sulla sabbia, le scarpe in mano, su questa spiaggia. Fuori dal tempo, fuori dal mondo. In una realtà parallela dove esiste solo il qui ed ora. Eppure ci sembra di capirla proprio qui, la verità della vita. Che tutto abbia un senso in questo luogo. Qui dove un'anima duplice ci parla della sabbia su cui ora sono nati piccoli e delicati fiorellini lilla, e della montagna su cui un pino marittimo resiste piegato dal vento. E' un'anima forte, quella di Li Cossi. Un'anima che porta il conflitto all'interno, eppure proprio per questo è completa. Totale. Due anime convivono qui. Quella del mare e quella della montagna. Una più lieve e una più dura. Un po' proprio come nella vita, fatta di contrasti che si completano. Elementi diversi si fondono a formare una realtà che esiste proprio grazie alla loro coesistenza, perché qui essi sono entrambi necessari, assolutamente complementari, alla meraviglia di questo luogo.

Fioritura sulla sabbia.

Pino marittimo.


E' così, Cala Li Cossi. E' mare e montagna. E' entrambe le cose insieme. Ed è sabbia, fiume, arbusti, roccia, acqua, vento. E' un angolo di natura selvaggia, preservata da quest'unico sentiero ricavato tra la roccia, solo modo di raggiungerla via terra. E perciò è rimasta isolata, protetta, elitaria se vogliamo. Bisogna volerla. Bisogna desiderarla e andarla a cercare. Non si capita per caso a Cala Li Cossi. Ci si va perché si innamora del suo fascino spettacolare. Delle sue montagne che la custodiscono come un tesoro prezioso. Del suo mare che le addolcisce. Della sua spiaggia che offre conforto. Seduti lì, a guardarci intorno, ci si sente piccoli di fronte alla forza della natura, di fronte all'anima di questo luogo, di fronte a tanta bellezza. E ci si sente felici.



sabato 6 maggio 2017

Le dune della Sardegna del nord: la spiaggia di Rena Majore


E' proprio vero che le cose migliori capitano quando non te l'aspetti. E l'assenza di aspettative, che inevitabilmente crea un'attesa, permette di gioire senza preconcetti di una bella sorpresa. Ed è proprio così: a sorpresa, che mi imbatto nella spiaggia di Rena Majore, nella Sardegna settentrionale, poco dopo la cittadina di Santa Teresa di Gallura, procedendo con il mare alla mia destra. Assolutamente fuori programma, essendo la meta del mio itinerario la spiaggia di Li Cossi (di cui vi parlerò nel prossimo post), per puro caso mi giro verso il mare, lungo la strada, e la vedo. Si può dire sia un vero e proprio colpo di fulmine. Tra la pineta che lambisce la strada, un varco apre la vista su una duna di sabbia di un bianco accecante. Dietro, il mare turchese. Io incredula per una frazione di secondo. Come può essermi sfuggito un luogo così? Ma i fuori programma sono assolutamente benvenuti e salutati dal cuore che inizia a battermi più veloce. Non devo neppure deciderlo: è scontato che mi fermerò a visitare questa meraviglia, come un regalo inaspettato e perciò tanto più gradito. 
Apprendo da alcuni cartelli segnaletici che siamo della provincia di Aglientu. 
Non so come sia d'estate questo posto, ma ora, in aprile, è assolutamente deserto e selvaggio. Lascio senza problemi la macchina ai lati del sentiero sterrato, sotto l'ombra di un pino, e mi addentro della pineta odorosa. Un odore di resina e di mare, una promessa di benessere d'ombra e di allegria di cicale nelle estati senza tempo. 

Dune a Rena Majore.
Dune a Rena Majore.

Subito dopo la pineta, le dune. Alte. Alcune imponenti. Vive di vegetazione. Bianche. Morbide. Modellate solo dal vento. Senza traccia di passi umani. Talmente pure che sembra quasi una violazione della natura, camminarci sopra, rompere i solchi tracciati dal vento con le mie impronte estranee. Eppure lo faccio. Perché ora è diventata esigenza visitare questo luogo, capirlo, interiorizzarlo. Procedo stordita da tanta bellezza inaspettata. Di una accessibilità assoluta, eppure che pare essere solo una delle tante spiagge della Sardegna. E proprio da questo inizio a capire quale sia, il fascino tanto decantato di questa regione.
Le dune si susseguono una dopo l'altra, come una nascesse esattamente dove muore la precedente, in un continuo circolo di vita. Rami scuri si stagliano, a contrasto, sulla sabbia bianca. Qua e là, la macchia mediterranea interrompe il chiarore della sabbia, tingendola di chiazze di verde. I ginepri trovano qui il loro paradiso. E anche io. Camminare su queste dune incontaminate, col vento che le scombina e le ricombina proprio davanti a me, con i piedi affondati della morbidezza della sabbia, serve a capire il senso intero della vita. Mi sdraio, esausta, su una delle dune più alte, e per un po' resto così, con il cuore che batte, la mente piacevolmente confusa, il respiro profondo, a godere soltanto di questo luogo.
E poi riprendo il cammino, scendendo di corsa dalla duna per raggiungere la lunga spiaggia di sabbia circondata da rocce di granito. E il mare è una nuova sorpresa. Nonostante il vento increspi la superficie dell'acqua, è di un meraviglioso turchese trasparente. Rende felici.

Mare a Rena Majore.
 

 
Fiume che attraversa Rena Majore.
Fiume che attraversa Rena Majore.
E poi, tornando indietro, scelgo un sentiero alternativo a quello dell'andata, procedo d'istinto, tra le mille dune, per visitarne il più possibile. Per emozionarmi ancora. Ed ecco un fiumiciattolo attraversare la spiaggia. In inverno deve raggiungere la sua massima potenza, ma in questa stagione si prepara già all'arsura estiva, facendosi più modesto. E', comunque, anch'esso, parte dello spettacolo che la natura offre su questa spiaggia.
Così selvaggia, incontaminata, il cui unico padrone sembra essere il vento. 
Qual è l'anima di questo luogo? L'avete già sentita, forte com'è, attraverso le mie parole? E' un'anima di sabbia, di arbusti tenacemente attaccati ad essa. Un'anima d'acqua, perciò di vita. Un'anima fatta da una natura che qui è libera di esprimere tutta la sua potenza. Un'anima di libertà, di ampiezza e di vento che la scompiglia a suo piacere. Io trovo che qui sia racchiusa un po' tutta l'anima della Sardegna, di quella parte autentica della Sardegna fatta da spiagge incontaminate, di una meraviglia assoluta e lasciate allo stato selvaggio, con gli alberi, le dune, gli arbusti e le pinete chilometriche. Dove il vostro cuore non  potrà far altro che battere, forte, di emozione. 
Cosa state aspettando? La Sardegna vi aspetta. Rena Majore vi aspetta. Vi accoglierà tra le sue dune, finché sarete lì la sua anima sarà all'unisono con la vostra. Poi tornerà ad essere solo della natura. Meravigliosamente selvaggia.