Eccomi di nuovo a scrivere su questo blog. Dopo tanti mesi di assenza giustificata dalla nascita di mio figlio. Solitamente sono contraria a parlare della mia vita personale, il mio compito è suggerire l'anima dei luoghi da me visitati, ma senza intermediazioni personali. E' un'anima che diventa universale, che non voglio legare alla mia persona, alla mia vita, ma che deve essere condivisibile da tutti. Fuori da me, dentro il luogo. Per amarla non avete bisogno di conoscere me, di legarvi al personaggio che rappresento. Vi basta andare. Camminare, respirare, sentire. Essere recettori di tutti gli stimoli che un luogo manda. Eppure questa volta è diverso, ed eccomi a dirvelo. Dirvi il perché ho abbandonato il blog per qualche mese. E lo faccio perché, inevitabilmente, lui ha cambiato il modo di sentire e quindi quello di raccontare quello che sento. I colori si sono fatti più sgargianti, i luoghi più attraenti, il mare sorprendente, il vento giocherellone, la pioggia una scoperta, la montagna gigante. Tutto da raccontare anche ai suoi piccoli occhi e, soprattutto, da vedere attraverso di essi. E allora i luoghi appaiono ancora più nudi di come apparivano prima. Ogni dettaglio, che per noi adulti è scontato, si rivela al bambino in tutta la sua sorprendente bellezza. Si sente l'anima in una maniera più dettagliata, più vicina alla sua interezza. Purificata da ogni relazione col vissuto, col visto, con lo scontato. Più vicina alla verità, libera com'è da ogni pregiudizio, paragone, ricordo. No, ho sbagliato a scrivere che è cambiato il mio modo di sentire. Non è così. E' solo che, ora, sento di più. Perché sento anche per lui e attraverso lui. E l'anima dei luoghi si espande e si arricchisce di sfumature e di dettagli. Ogni minima cosa rivela significato e meraviglia.
Grazie a tutti e buona continuazione...
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