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lunedì 5 ottobre 2020

L'anima misteriosa e generosa di Narni

 

Nella bassa Umbria, in provincia di Terni, quasi al confine con il Lazio, sorge una deliziosa cittadina circondata da boschi e vallate, immersa in una luce che la dipinge di pace: il suo nome è Narni. Anticamente conosciuta come "Narnia", è fonte ispiratrice delle omonime "Cronache", nate dalla fantasia dello scrittore inglese C.S. Lewis. Non è, in effetti, difficile ricondurre questo luogo al tipico immaginario fantastico e alla costruzione di un mondo a sé popolato da personaggi dotati di poteri soprannaturali, soliti abitare il genere fantasy. Non solo Narni è un borgo graziosissimo, ma ha il privilegio di essere immerso in un contento naturale meraviglioso e piuttosto facilmente fruibile, grazie anche alla costruzione di una ciclabile lungo la ex ferrovia Roma - Orte, nonché di diversi e lunghi percorsi di trekking che permettono di rigenerare lo spirito e il fisico con lunghe camminate immersi in una natura davvero generosa. Potrei parlare della Narni sotterranea o dello Speco di San Francesco, potrei parlare della antica storia del luogo, così come dell'eccellente gastronomia umbra, ma questo blog esiste per raccontare, in maniera spontanea e quasi del tutto intuitiva, le sensazione e le emozione che suscitano i luoghi, così come sorgono nel visitarli. Lievi percorsi d'anima e brividi su un mondo altro, fatto di sensazione improvvise, avulse da specifiche conoscenze. Così sarà anche questa volta, nel raccontarvi Narni.

Borgo di Stifone
Vorrei partire dai suoi dintorni. Dalle Gole del Nera, che qui assume dei colori incredibili, così belli e splendenti da sembrare creati artificialmente per presentare al meglio il fiume, per renderlo il più addobbato e attraente possibile, come un pavone durante il corteggiamento. In effetti il paesaggio affascina, ma quello che suggestiona e innamora, a mio avviso, è il minuscolo borgo di Stifone che qui trova dimora, nato proprio sulle rive del Nera. Un paesino fatto di quattro case inerpicate e vicoli ricoperti da pergolati; silenziosi muri in pietra adornati da piante rampicanti e scalette. Regna una tale quiete qui, da parere un borgo fantasma, abbandonato a suo tempo e popolato oramai solo da spettri e creature di fiume. Una strana sensazione avvolge visitandolo, scendendo rapidamente verso il fiume, con la voglia di arrivare presto alle sponde, seguendo solo il rumore dell'acqua, e poi più rapidamente risalendo verso la strada principale. Ecco, in questo momento si vaga tra il borghetto senza meta, scoprendolo e lasciando invaderci dalla suggestione di un luogo - invece - vivissimo di presenze reali e immaginate.
Gole del Nera
Di quelle degli abitanti, la cui vita si palesa dai panni stesi, da qualche pigro animale domestico steso al sole dei cortiletti; e di quelle misteriose e "altre" che si aggiungono alle prime, di cui si avverte assolutamente la presenza che rivendica - anch'essa - il diritto di popolare Stifone. Un luogo particolare, unico forse, dove il massimo concetto di quiete si fonde con quello di mistero, in parti uguali, e crea delle sensazioni strane di rassicurante inquietudine e curiosità tra portoni sventrati, antiche cisterne, slarghi e vicoletti, in uno strano mix di elementi quotidiani insieme a quelli insoliti.


Mole di Narni

Continuando a girare nei dintorni di Narni, c'è sicuramente un altro luogo molto suggestivo. Un piccolo eden dove il Nera pare sciogliersi ulteriormente in altrettante ulteriori sfumature di verde e incredibile turchese: le Mole di Narni. Si tratta di una sorta di piscina naturale, formata da uno slargo del Nera tra la vegetazione. Qui l'acqua è talmente trasparente da riuscire a vedere il fondale, le pietre e la vegetazione di sotto appaiono nitidissime. 

Mole di Narni
Di un colore prezioso e raro, piccolo paradiso terrestre, non semplicissimo da scoprire, visto che ad oggi non ci sono segnaletiche e occorre tentare diverse strade, fino ad imboccare quella accanto alla stazione nuova e gli stabilimenti. Da qui è possibile camminare lungo le rive del fiume oppure sostare nel solarium costruito proprio per agevolare la fruizione delle Mole, dove chi vuole può prendere il sole godendo di uno scenario naturale unico. Un piccolo mondo perfetto, di un'incantevole bellezza. Qui è l'acqua a farla da padrone, anche se la temperatura è piuttosto gelida ed è vietata la balneazione per via dei possibili innalzamenti del livello dell'acqua regolata da una diga. Ma non importa assolutamente: già vivere questo luogo, stando qui a guardare l'acqua e continuare a meravigliarsi dei suoi colori, appaga. Non ci si stanca mai di tanta perfezione. Ci si distende in questo piccolo paradiso terrestre, dove non conta più tutto quello che c'è fuori, conta appartenervi, esserci, sostare qui a bearsi di questa acqua così viva. 
 
 
 
Narni, centro storico

 
Narni, centro storico

Nel pomeriggio, tuttavia, è doverosa una visita nel centro storico della città di Narni, che si affaccia su un vallone verdeggiante, dove l'aria fresca e buona di montagna rigenera e la luce calda del pomeriggio avvolge ed invita a restare. Non è molto grade, la parte storica di Narni, tuttavia è piacevolissima la passeggiata lungo il corso principale dove si sviluppa la vita del paese nonché il Duomo, il comune e i principali monumenti. Lo stile è lo stesso delle altre cittadine umbre più note, legno e pietra e ferro sono i principale elementi degli edifici e delle fontane del centro medievale. Appare pulita, curata ed elegante Narni, importante come le sue pietre. Piena di negozietti e botteghe artigianali e di prodotti enogastronomici, dolcerie e trattorie che vantano le prelibatezze umbre. 

Una cittadina gentile dove si respira la storia in ogni pietra, dove il passato è assolutamente presente ma in grado di coniugarsi con la modernità di una cittadina ricca di vita, nonostante la sua tranquillità non ne risulti compromessa. E' distensivo passeggiare lungo il corso, così come perdersi a zonzo tra le viette per scoprire scorci più nascosti ed apprezzare quei piccoli dettagli, che poi fanno la differenza: un misterioso cortile interno, silenzioso e adornato da centinaia di piante; una finestra addobbata con i fiori; un cancello dietro cui si nasconde un pozzo; e mille altre  scoperte così, che riempiono il cuore della gioia delle piccole cose e della felicità della scoperta, quando un posto nuovo si visita con rispetto e curiosità.

Di Narni si dice sia esattamente il centro dell'Italia, una posizione già questa particolare. E ci sono poi le leggende. Narni ne è piena, vengono dal suo antico passato, dal fascino misterioso che si respira in tutto il suo territorio, che genera sensazioni di cui afferriamo coscientemente solo la punta dell'iceberg, intuendone però tutta la profondità: quella che vediamo non ne è che la minima parte di tutto un mondo antichissimo e affascinante. Una delle leggende che tengo particolarmente a raccontare, traccia l'origine dello stemma simbolo della città: il grifone rosso. Pare che un tempo, il territorio tra Perugia e Narni fosse martoriato da un grifone e che le due città, storicamente nemiche, si fossero invece alleate per sconfiggerlo. Una volta vinto, a Perugia sarebbe andata la pelle (bianca) dell'animale, mentre a Narni il corpo scuoiato (rosso), di qua il colore degli stemmi: grifone bianco per Perugia, grifone rosso per Narni.


Stemma di Narni: il Grifo rosso

 

Affasciante parlare di Narni. Si potrebbe (e si è fatto) scrivere moltissimo, ma tornando a noi, vorrei ancora solamente tratteggiare brevemente, l'anima di Narni. E' un'anima suggestiva, un'anima fatta delle pietre con cui è costruita, simbolo della forza, dell'eleganza radicata nella storia di questa città. E un'anima di acqua, di leggerezza, di bellezza destinata a scorrere lieve su tutte le cose, di vita, di essenzialità. Sicuramente un'anima improntata sulla natura, sul mistero lieve e avvolgente che si nasconde dietro le sue pietre che custodiscono la storia, su vallate ripiene di luce e vastità da esplorare. Un'anima però anche accogliente e sincera. Generosa e viva come la sua acqua. Che ci invoglia a tornare: a presto, Narni.

 

 

 

 

 

domenica 2 marzo 2014

"L'orribile bellezza" delle Cascate delle Marmore




Una leggenda vuole che la ninfa Nera si innamorò del pastore Velino, ma Giunone, gelosa, trasformò la ninfa in fiume. Allora Velino, per non separarsi dalla sua amata, si gettò nel fiume dalla rupe delle Marmore. Da quel salto d'amore disperato nacque la famosa cascata.

In realtà sappiamo che le Cascate delle Marmore sono artificiali. Create per alimentare la centrale elettrica di Galleto, in Umbria, in provincia di Terni.
E non è facile dimenticarlo perché la cascata è "concessa" ai visitatori solamente a orari prestabiliti, quando un segnale acustico avverte che l'acqua sta per essere rilasciata.
Per il tempo restante la cascata continua il suo nobile compito: la produzione di energia elettrica pulita, e ai visitatori resta solo un torrentello da ammirare e un luogo dall'eccessivo sfruttamento turistico. Negozi e negozi di gadget e souvenir, percorsi e orari rendono poco naturale la visita. Ci si accontenta.
Però, quando la cascata viene rilasciata, e raggiunge la sua massima potenza, compiendo tre salti poderosi, allora la forza dell'acqua ha il sopravvento e apre l'immaginazione. Spariscono per un momento gli artifici, e torna la leggenda. La disperazione, così potente, dell'amore di Velino per Nera. E la cascata è così: tanto forte da far quasi paura, come un amore bellissimo e disperato.
Gli schizzi d'acqua saranno ovunque, il vapore nebulizzato e l'umido vi avvolgeranno. 
E sarete parte della cascata.



La natura intorno è rigogliosa. Diversi percorsi, divisi a seconda del grado di difficoltà e della zona che interessa visitare, portano a scoprire più da vicino il fiume e la cascata. 



La vista dal Belvedere Inferiore, dove si ammira la cascata nella sua interezza, e dal Belvedere Superiore, per ammirarla dall'alto, sono indubbiamente suggestive.

Belvedere inferiore

Come dimenticare il panorama dalla Specola (una torretta fatta costruire da Pio VI, nel 1781, accanto al Belvedere Superiore)! Da qui si sente il rombo dell'acqua, fortissimo, e si ammira un meraviglioso arcobaleno, che si crea dalla combinazione del vapor acqueo e particolari condizioni atmosferiche. 
I viaggiatori del Grand Tour, che avevano come tappa fissa le Marmore, rimanevano estasiati dall'arcobaleno. 
Queste le parole di Philippe Petit - Radel, geologo francese, che visitò le Marmore nei primi dell'Ottocento:
"Il rumore che fa l'acqua è tale che finisce per affaticare l'udito; il vapore che si innalza dal fondo della valle, non solo riempie interamente lo spazio, ma guadagnando la cima della montagna, forma una specie di nuvola leggera come polvere, attraverso la quale i raggi del sole che tramonta formano il più bell'arcobaleno che io abbia mai visto".

Belvedere Superiore


Luce, acqua, vapore, colore, rombo. Tutti i sensi sono in allerta. La cascata avvolge. Conquista. Vince sulla distrazione. Primeggia. Intimorisce e incanta.

Anche Lord Byron visitò le Marmore durante il Grand Tour. E anche lui ne fu colpito.
Definì la cascata: "Orribilmente bella".
E le dedicò questi versi, tanto significativi da riassumere da soli tutto l'incanto e la spaventosa forza dell'acqua:

"Rimbombo di acque! Dalla scoscesa altura il Velino fende il baratro consunto dai flutti. Caduta di acque! Veloce come la luce, la lampeggiante massa spumeggia, scuotendo l'abisso. Inferno di acque! Là dove queste urlano e sibilano e ribollono nell'eterna tor­tura; mentre il sudore della loro immane agonia, spremuto da questo loro Flegetonte, abbraccia le nere rocce che circondano l'a­bisso, disposte con dispietato orrore, e sale in spuma verso il cielo, per ricaderne in un incessante scroscio, che, con la sua inesausta nube di mite pioggia, reca un eterno aprile al terreno attorno, rendendolo tutto uno smeraldo: - quanto profondo è l'abisso! ..."