A circa cinquanta chilometri da Roma, all'interno della regione Lazio, verso la provincia di Rieti, la natura e il paesaggio bucolico - collinare offrono angoli decisamente da scoprire. Meraviglie forse poco note e trascurate dal turismo di massa. Zone adatte agli amanti della tranquillità e rispettosi della fauna e degli ambienti naturali protetti. Uno di questi, è la riserva naturale di Tevere - Farfa.
Che il Tevere possa essere dichiarato riserva, viste le condizioni di inquinamento con cui è ben noto a Roma, appare davvero strano. Eppure basta spostarsi cinquanta chilometri dalla città, per scoprire un fiume completamente diverso, protetto per la biodiversità che ospita, ricca sia livello di flora che di fauna.
Ma prima
di addentrarci nella riserva, merita sicuramente un cenno il grazioso paesino
medievale di Nazzano.
Piccolo centro, curatissimo, organizza in autunno una sagra della polenta dal sapore indimenticabile. Dalle stradine tutte in salita, che si affacciano sulla valle sottostante, si arriva al fulcro del paese: il castello. E qui si domina ad ampio raggio il panorama sulla campagna romana e, soprattutto, sulla riserva di Tevere-Farfa.
Le anse del fiume scorrono tra prati e zone alberate più o meno fitte. I colori attraversano diverse tonalità cromatiche: dal verde chiaro, al muschio, al verde oliva, al beige, fino al marrone. Non manca nulla alla gioia degli occhi. Un paesaggio fatto dei colori riposanti della natura. Fatto di terra, di acqua, di alberi e prato.
Vien voglia di perdercisi. Di sdraiarsi su quei prati, di assaporare il contatto con la terra, di camminare a piedi nudi e poi trovare ombra e riposo nei boschi, col rumore del Tevere che scorre di sottofondo.
Per
entrare nella riserva ci sono diversi accessi che dalla strada
principale conducono a strade secondarie di campagna e scendono verso il
fiume. Ad un certo punto si prosegue a piedi, inoltrandosi tra boschi
di salici, pioppi e ontani, lungo un sentiero sterrato che segue il
percorso del fiume, ma in alcuni tratti si discosta anche abbastanza
dall'acqua. Per gran parte ombreggiato e silenzioso, ristora corpo e
mente. Il silenzio è interrotto solo dal rumore delle foglie che cadono,
dal tranquillo scorrere dell'acqua, dai campanacci delle pecore che
pascolano nei campi circostanti.
Poi ovviamente c'è tutta la "rumorosissima" vita delle
specie acquatiche, che si indovina dietro strani versi e battiti d'ali
improvvisi.
Lungo il sentiero, diverse capannine in legno sono state
costruite per lo studio dell'avifauna: germani reali, fischioni, martin
pescatori, falchi, aironi e moltissime altre specie posso essere
avvistate dai punti di osservazione mimetizzati tra la natura, cosa che
fa di Tevere-Farfa il paradiso dei Birdwatcher. Ma naturalmente non
mancano neppure pesci, insetti, anfibi, roditori. Così come
moltissime sono le specie vegetali che in questo ambiente crescono fertili.
A tratti il sentiero si apre, permettendoci un maggiore contatto con l'acqua del fiume. Qui non è difficile, anche a occhio nudo, identificare il via vai delle specie tra la vegetazione fluviale. L'acqua, fino a un attimo prima calmissima, diventa teatro di lotta fra due esemplari o scenario di caccia. Il panorama, pur calmo e tanto rilassante, riserva così sorprese che tengono sempre alta l'attenzione dei visitatori interessati alla vita della "popolazione" della riserva.
E quando a sera le nuvole rosa si specchiano nell'acqua, la luce si fa più morbida, i voli si placano e tutto si fa più silenzioso, e viene l'ora di salutare questo piccolo mondo nel Mondo, fatto di così tanta vita, un po' dispiace non farne parte. Essere stati solo visitatori passeggeri. Non poter vivere anche noi umani, come gli aironi, liberi sulle anse di un nostro bellissimo fiume.
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