Oggi vi porto ancora una volta in Sicilia. Per la precisione a Realmonte, un piccolo paese vicino Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. E' qui che si nasconde un gioiello della natura. Uno di quei luoghi che non hanno bisogno di esser di passaggio, sotto gli occhi di tutti, per far parlare di sè. Si tratta di una scogliera dal nome imponente: Scala dei Turchi.
E' la parte finale della spiaggia di sabbia di Realmonte. Superati i lidi e la confusione, camminando per tutta la spiaggia tenendo il mare alla propria sinistra, alla fine noterete la sabbia terminare in un promontorio di roccia bianca che chiude la spiaggia. Questa è la Scala dei Turchi. Il termine del cammino, se non si conosce il territorio, se non si ha voglia di esplorare. Se ci si accontenta. Perché quello che si vede dalla spiaggia non è che la punta dell'iceberg della meraviglia di questo luogo.
Avvicinandovi noterete che la roccia è fatta a gradoni levigati che permettono facilmente di arrampicarsi anche a piedi nudi. Il nome "Scala" dipende proprio da questo: la roccia di marna calcarea è stata levigata dalla pioggia, dal vento, dalle onde e, nei secoli, ha assunto la forma di gradoni come se fosse una vera e propria scala.
La natura è sempre il migliore architetto.
Dicevo, dunque, che è possibile salire anche per chi non è poi così abituato e sportivo. E, una volta arrivati alla sommità o semplicemente girato attorno alla punta, il panorama si apre sorprendentemente.
Il promontorio si estende ancora per alcuni chilometri e si trasforma in una vera e propria scogliera a picco su un mare cristallino, distribuito tra piccole baie sabbiose ai piedi della roccia.
Tutto un altro panorama rispetto alla semplice spiaggia di sabbia che ci siamo lasciati alle spalle. La Scala non è il limite, ma l'inizio di un tratto di costa unico, intimo, inaspettato, protetto dai grandi gradoni bianchi. Qui l'atmosfera è tutta diversa. Tira il vento e il sole picchia riflesso sulla roccia bianchissima. La luce è accecante e il contrasto tra il bianco assoluto e il blu del mare è il protagonista indiscusso che accompagna la nostra meraviglia.
Paragonatela a neve. Paragonatela a panna montata. O solo a una nuvola di cielo riproposta sulla Terra dalla natura generosa. Quel che è certo è che questo è uno dei più bei tratti di costa della Sicilia meridionale.
Famoso e allo stesso tempo rimasto intimo e incontaminato. Protetto, forse, dall'illusione che la spiaggia termini dall'altra parte o dalla pigrizia di chi ama la comodità della sabbia.
Che a guardar bene, poi, anche qui c'è la possibilità di scendere a mare in una delle tante piccole calette sabbiose che si formano tra la roccia. E qualcuno ne approfitta, godendosi il mare più solitario in uno scenario unico che ben vale, a mio avviso, la camminata.
Un tempo questo era il luogo prediletto dai pirati, di qui la spiegazione della seconda parte del nome "Scala dei Turchi". Essi approdavano riparati dalla scogliera, senza essere visti, e da qui facilmente si arrampicavano per fare razzie nelle campagne circostanti. E' buffo oggi, di fronte a tanta bellezza, pensare che questo sia stato anche luogo di violenza. Approdo di pirati. Sarà perché il bianco della roccia è talmente intenso che anche l'anima del luogo ne appare contaminata.
Un'anima bianca, pura, assoluta. E bellissima.
Tra i gradoni di roccia morbida sedetevi a guardare la linea dell'orizzonte. Provate, per una volta, la stessa sensazione che provano i gabbiani sulle scogliere. Una sensazione di ampio, di libertà, di vento.
E non abbiate paura di sentirvi piccoli di fronte alla perfezione della natura.
E' proprio questo il bello!
E' la parte finale della spiaggia di sabbia di Realmonte. Superati i lidi e la confusione, camminando per tutta la spiaggia tenendo il mare alla propria sinistra, alla fine noterete la sabbia terminare in un promontorio di roccia bianca che chiude la spiaggia. Questa è la Scala dei Turchi. Il termine del cammino, se non si conosce il territorio, se non si ha voglia di esplorare. Se ci si accontenta. Perché quello che si vede dalla spiaggia non è che la punta dell'iceberg della meraviglia di questo luogo.
Avvicinandovi noterete che la roccia è fatta a gradoni levigati che permettono facilmente di arrampicarsi anche a piedi nudi. Il nome "Scala" dipende proprio da questo: la roccia di marna calcarea è stata levigata dalla pioggia, dal vento, dalle onde e, nei secoli, ha assunto la forma di gradoni come se fosse una vera e propria scala.
La natura è sempre il migliore architetto.
Dicevo, dunque, che è possibile salire anche per chi non è poi così abituato e sportivo. E, una volta arrivati alla sommità o semplicemente girato attorno alla punta, il panorama si apre sorprendentemente.
Il promontorio si estende ancora per alcuni chilometri e si trasforma in una vera e propria scogliera a picco su un mare cristallino, distribuito tra piccole baie sabbiose ai piedi della roccia.
Tutto un altro panorama rispetto alla semplice spiaggia di sabbia che ci siamo lasciati alle spalle. La Scala non è il limite, ma l'inizio di un tratto di costa unico, intimo, inaspettato, protetto dai grandi gradoni bianchi. Qui l'atmosfera è tutta diversa. Tira il vento e il sole picchia riflesso sulla roccia bianchissima. La luce è accecante e il contrasto tra il bianco assoluto e il blu del mare è il protagonista indiscusso che accompagna la nostra meraviglia.
Paragonatela a neve. Paragonatela a panna montata. O solo a una nuvola di cielo riproposta sulla Terra dalla natura generosa. Quel che è certo è che questo è uno dei più bei tratti di costa della Sicilia meridionale.
Famoso e allo stesso tempo rimasto intimo e incontaminato. Protetto, forse, dall'illusione che la spiaggia termini dall'altra parte o dalla pigrizia di chi ama la comodità della sabbia.
Che a guardar bene, poi, anche qui c'è la possibilità di scendere a mare in una delle tante piccole calette sabbiose che si formano tra la roccia. E qualcuno ne approfitta, godendosi il mare più solitario in uno scenario unico che ben vale, a mio avviso, la camminata.
Un tempo questo era il luogo prediletto dai pirati, di qui la spiegazione della seconda parte del nome "Scala dei Turchi". Essi approdavano riparati dalla scogliera, senza essere visti, e da qui facilmente si arrampicavano per fare razzie nelle campagne circostanti. E' buffo oggi, di fronte a tanta bellezza, pensare che questo sia stato anche luogo di violenza. Approdo di pirati. Sarà perché il bianco della roccia è talmente intenso che anche l'anima del luogo ne appare contaminata.
Un'anima bianca, pura, assoluta. E bellissima.
Tra i gradoni di roccia morbida sedetevi a guardare la linea dell'orizzonte. Provate, per una volta, la stessa sensazione che provano i gabbiani sulle scogliere. Una sensazione di ampio, di libertà, di vento.
E non abbiate paura di sentirvi piccoli di fronte alla perfezione della natura.
E' proprio questo il bello!
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