lunedì 29 giugno 2020

Campo Imperatore in estate: l'emozione della pace


Lo chiamano, a ragione, "Il piccolo Tibet". Campo Imperatore, nel cuore dell'Abruzzo, ne ha tutte le caratteristiche di pace e di bellezza. Difficile qui, non lasciarsi avvolgere dalla spiritualità di una natura sovrana, forte e generosa allo stesso tempo. Ricca di fiumiciattoli, piccoli laghi, fiori e animali in libertà. Siamo a quota tra 1400 e 2000 metri circa, in provincia dell'Aquila, nel vastissimo altopiano alle pendici del Gran Sasso, di origine glaciale e carsico alluvionale. Siamo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e qui passeremo una di quelle rare giornate, difficili a dimenticarsi, che restano scolpite per sempre nella memoria dei giorni felici e infiniti, fatti di un susseguirsi di emozioni, di sorprese di luce e di una rara pace del cuore.

Panorami di Campo Imperatore e dei suoi laghetti
Il territorio è quasi del tutto brullo; all'arrivo colpiscono le colline che si susseguono a perdita d'occhio, ricoperte quasi esclusivamente da prati verdi, intervallati da piccoli laghi di origine glaciale, dove si radunano mandrie di mucche e di cavalli al pascolo. Un paesaggio ameno e surreale, che attrae la nostra curiosità e distende la mente. Un panorama particolare, tipico della zona, a cui non siamo abituati e che, probabilmente rasserena proprio per la possibilità di soppesarlo tutto subito. In questa prima zona non ci sono quei boschi carichi di inquietudine e di misteri da indovinare, ma solo vaste colline conoscibili con uno sguardo soltanto, rassicuranti proprio nella loro meravigliosa essenzialità. Sembrano disegnate dalla fantasia di un bambino; ci riportano ad un mondo semplice, pulito, chiaramente leggibile, che non richiede alcuno sforzo interpretativo. Alla semplicità della bellezza più pura.
I ricami di nuvole bianche completano il panorama perfetto dell'immaginario delle corse in montagna di un'estate d'infanzia felice. Queste collinette promettono una felicità senza pericoli, una bontà senza riserve, un fiducia nella pace e il benessere. Verrebbe voglia di correre, incontro alla felicità fanciulla, qui dove non c'è pericolo di perdersi. Qui dove il futuro è tutto lì, davanti ai propri occhi.

Il più suggestivo di tutti i laghetti, testimonianza di una zona ricca d'acqua e adatta alla vita fin dall'antichità, è sicuramente il lago di Pietranzoni. Minuscolo (anch'esso) bacino d'acqua, famoso per essere "Lo specchio del Gran Sasso". Si trova proprio accanto alla strada principale che conduce all'Osservatorio Astronomico, ed è lago più vicino all'imponente montagna, che nei giorni più limpidi si riflette nelle sue acque. 



Lago di Pietranzoni

Uno spettacolo affascinante e ricco di meraviglia che soltanto la montagna può regalare. Qui l'aria è fresca anche in estate, le acque del lago sono gelide e sembrano incantate, messe lì appositamente per la vanità del Gran Sasso, che ama moltiplicarsi in un riflesso  che si confonde con l'originale. Poi qualche sasso nel lago, i fiori della stagione, le nuvole... la composizione di un panorama perfetto. Qui si può sognare ad occhi ben aperti. E fare un pic nic sui prati di cui è circondato il lago, mangiando a cospetto di tanta bellezza, respirando la buona aria montanara, godendo di questo luogo crocevia di turisti (pochi e rispettosi, a dire la verità) e mandrie assetate e aquile in un cielo limpido.


Fioriture spontanee

E non ci dimentichiamo che siamo in estate. Qui dove fino a pochi mesi fa tutto era fermo, ricoperto dal manto silenzioso della neve alta, ora è ricco di vita di una natura risorta con un fermento risoluto. I prati sono abitati da una varietà di fiori spontanei di montagna. Si cammina scoprendo e schivando, per non calpestarli, fiori di ogni tipo e colore. Da quelli più delicati ai più tenaci, macchie di giallo, di rosa, di viola, di bianco ricoprono i prati del velo della bella stagione. Di allegria e di bellezza indiscutibile, da cui farsi travolgere. Pensieri tristi e stress di città qui vengono messi subito nel più piccolo cantuccio della mente, per lasciare spazio alla spensieratezza di un'estate in montagna. 

Ma di certo le sorprese di questa lunga giornata non sono finite. Esplorando i dintorni si percorre la strada che taglia i campi, che si susseguono per chilometri. Si incontrano altre mandrie, altri specchi d'acqua, rifugi dove si arrostisce la carne e si mangia sulle tradizionali panche di legno all'aperto gustando i tipici prodotti abruzzesi, arrosticini in primis, legati soprattutto alla pastorizia. Si vaga così, con stupore sereno, pensando alla vita di qui. Alla tranquillità, alla genuina verità di luoghi come questi. Rilassando i pensieri eppure tenendosi mentalmente aperti a sorprendersi e decisi a godere del luogo fino all'ultimo raggio di sole.
E' così, girando senza meta, che arrivo a Vado di Sole, una delle poche zone boschive a ridosso di Campo Imperatore. Qui mi accoglie un temporale estivo, tanto improvviso e violento, quanto fulmineo nello scomparire. Qui mi perdo, col cuore colmo di emozione, tra boschi umidi, fitti fitti di alberi secolari e muschi e fiori. Qui tra la nebbia e rami che sembrano spettri, in un segreto inquietante del bosco, mi colpisce un'emozione totalmente opposta a quella della piana. Qui c'è mistero, ci sono anime che si aggirano tra questi boschi carichi di suggestioni. Qui la nebbia nasconde, costringe ad indovinare. Ad immaginare. A percepire. Il bosco, saggio e antico, e i suoi segreti. Esserne parte, esserci, è come avere accesso ad una piccola parte di un qualcosa di "oltre", come uno spioncino su un mondo incantato.


Vado di Sole boschi

E usciti dal bosco, c'è di nuovo la luce di un giorno che sembrava alla fine ed invece è ancora qui. Come se fosse ricominciato prima di finire, come se quello del bosco fosse stato un tempo sospeso, rubato al tempo e fuori di esso. Ora è una luce radente e più calda; morbida, ed accarezza i prati e i boschi di abeti e tinge di sfumature il cielo più blu tra le nuvole basse. Si leva un vento che porta gli odori della natura con sé e i ricordi di estati passate, passate su prati, infinite. Che ora porta ricordi di felicità che ritorna. E' l'ora più bella. Tutto ciò che si vive adesso, con l'anima già appagata da una lunga giornata, è un qualcosa di più, è un dono inaspettato.
Le mandrie sono ancora al pascolo, sotto l'ultimo sole, avvolte da una luce che dona grazia alla rotondità delle colline, alla forza della montagna e all'imponenza delle nubi che scendono. Questo paesaggio bucolico è di una straordinaria bellezza nella sua semplicità perfetta e dignitosa. La vita legata alla pastorizia, alle stagioni, al ritmo del sole, come era una volta. 



Le mandrie al pascolo


Questa è l'anima di Campo Imperatore. Un'anima semplice e genuina. Antica e vera. Eppure corredata da quel tocco di mistero che resta appannaggio della natura soltanto. Noi qui non ci occupiamo di esso, sfiorandolo solamente. Noi qui viviamo un'estate di una pace emozionante, di calma dell'anima, di gioia fatta di piccole e grandi cose. Un cavallo che corre libero sull'altipiano, un fiore di campo, un riflesso di luce, una nube dalla forma curiosa. Così passa il tempo qui, in attesa di un lungo inverno di neve, della forza della montagna più vera. Dall'anima di una grandezza antica e ricca di semplice bellezza.










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