martedì 4 febbraio 2014

Mljet: l'isola nell'isola


La più meridionale tra le isole maggiori della Dalmazia è Mljet. Ed è anche la più incontaminata. Coperta per buona parte del territorio da un parco nazionale e priva di veri e propri paesi, è l'isola perfetta per gli amanti della solitudine e della pace più assoluta. I più la visitano in giornata, partendo da Dubrovnik, da Lastovo, da Korcula o dalla Penisola di Sabbioncello.
Chi rimane alloggia in una delle contrade come Polace, fatte per lo più da un pugno di case disposte lungo il litorale (disponibili all'affitto), un piccolo market, un panettiere, un tabaccaio, un ristorantino (dove gustare dell'ottimo prosciutto dalmata), un affitta biciclette e poco altro. L'isola è abbastanza cara. Essendo poco frequentata dal turismo di massa, infatti, tendono a sfruttare al massimo i pochi visitatori che ci sono. Dopotutto vivere in un'isola selvaggia e coperta di foreste, comporta la difficoltà non poter lavorare alternativamente allo sfruttamento turistico nella stagione estiva. E, ammettiamolo: soggiornare su un'isola selvaggia e coperta di foreste, varrà pure spendere qualche soldo in più rispetto ai luoghi turistici e superaffollati. 
Io ci sono stata per un solo giorno. E me ne sono pentita. Perché il mare di Mljet è quello dal fondale più intatto che abbia visto in Croazia e l'isola meritava sicuramente di essere scoperta anche al di là del parco nazionale. Tra l'altro è veramente faticoso, in un solo giorno, visitare il parco, almeno per me che arrivavo da Dubrovnik, con poche ore a disposizione prima dell'ultimo aliscafo, e che, sopravvalutando la mia resistenza fisica, ho affittato la bicicletta per coprire i circa quattro chilometri (in salita!) che separano Polace dai laghi salmastri, principale attrazione del parco. 


Si tratta di due laghi, comunicanti con il mare, circondati da fitti boschi. Qui si trovano il silenzio e la pace assoluta. Sembra veramente di essere in un mondo a parte.
Il lago più piccolo non ho fatto in tempo a visitarlo. Quello più grande però, da solo, vale il viaggio.

E' un lago circondato interamente da pini, più o meno fitti. 
Una strada consente di effettuarne tutto il giro (piacevolmente all'ombra degli alberi) e scegliere il punto in cui si preferisce scendere sulle sponde. 
Ovunque l'odore dei pini accompagna la passeggiata, insieme al frinire delle cicale. 

Ex convento benedettino
Ma la vera particolarità del lago è che al suo interno ospita un'altra piccola isola:  St. Mary - l'isola nell'isola, appunto - su cui è costruito un ex convento benedettino. Una barchetta effettua il collegamento con l'isola e permette di visitarla e immaginare, per qualche ora, come doveva essere la vita dei frati che vivevano qui. Al centro di un lago, verdissimo, circondato da boschi. In un'isoletta, su un'isola,  il cui perimetro si compie a piedi in pochi minuti, e dalle cui sponde si vedono nuotare branchi di pesci coloratissimi. Fuori dal mondo. In un altro mondo. Dove la pace si respira insieme all'aria. Dove la meditazione arriva spontanea, naturale come il paesaggio che ci circonda. Un luogo spirituale, che non può che essere anche l'anima di Mljet.

Affacciatevi dai resti della terrazza del convento. Sarete circondati dal lago e dalle colline verdi che ne disegnano il contorno. La vista può spaziare. Riposare nel blu e nel verde. Sedetevi sui sedili in pietra. Senza fretta. Immaginatevi qui da giorni, anni, secoli. Non vi rassicura il pensiero, se pur momentaneo e fittizio, di abitare questo piccolo paradiso? 


E quando tornerete a pensieri più terreni, non perdetevi il suggestivo bagno nelle acque del lago. 
E, se vi metterà appetito, sull'isolotto c'è anche un ristorantino pronto ad accogliervi. Tornati poi sulle rive del lago grande, nell'isola madre, potrete continuare la vostra esplorazione delle sponde del lago e scoprire i piccoli torrentelli formati dalle correnti. Molti si divertono qui con le canoe e i kayak.
Ricordate che l'ingresso al parco è a pagamento, ma chi soggiorna sull'isola pagherà solo il primo ingresso e poi potrà entrare liberamente quante volte e quanti giorni vuole. Ovviamente è una zona interdetta ai mezzi a motore. Questo preserva il silenzio e l'assoluto dominio della natura.

Tornati a Polace, dopo un solo giorno o dopo un più lungo soggiorno, in attesa che l'aliscafo vi porti lontano da Mljet, potete fermarvi nelle baie della contrada per un ultimo bagno. O godervi la vita dai ritmi lenti e rilassati, dove l'indispensabile è veramente limitato.


Spero un giorno di tornare a Mljet. Di potervi raccontare di più. Di scoprire l'isola nella sua interezza. Per me è rimasto un luogo affascinante ma ancora misterioso. Di cui serbo nel cuore i boschi, l'odore della vegetazione, la spiritualità dell'ex convento, la presenza così particolare di un'isola dentro l'isola, i rumori della natura, la serenità e il meraviglioso senso di sperduto isolamento. Ma so che c'è ancora tanto da scoprire. Ho guardato con rimpianto, andandomene, quelle frecce di legno che sostituivano i classici cartelli stradali indicando la direzione da prendere per i tanti altri luoghi che l'isola offre. Non so quando e se potrò tornare a Mljet. Se andate prima voi, portatemi in regalo, per favore, un po' di parole che sprigionino il sapore delle zone a me sconosciute. Le atmosfere del poco che ho visto, invece, spero di avervele trasmesse io attraverso questo post. Ora però tocca a voi, perchè viverle, quelle atmosfere, è tutta un'altra cosa.




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