mercoledì 12 febbraio 2014

Profumo di lavanda a Hvar


L'isola di Hvar è stata la prima. La prima tra le isole dalmate visitate. Il luogo che, per primo, mi ha fatto amare la Croazia. 
Occorreva scegliere un'isola. Soltanto una, tra tutte, affinché il tempo a disposizione fosse dedicato esclusivamente alla scoperta di una singola località. 
E' stata una scelta meditata e un po' sofferta. Hvar non era certo quella che più mi attraeva. A confronto con le altre, definite "selvagge" e "per gli amanti della natura" (quindi decisamente più adatte a me), questa veniva spesso descritta come l'isola della mondanità, del turismo di lusso, delle notti brave in discoteca. 
Eppure, la rivista Travelling l'aveva annoverata tra le dieci isole più belle al mondo, e svariati articoli la inquadravano sotto una luce interessante, dal punto di vista architettonico, meteorologico (l'isola con più giorni di sole all'anno) e perfino naturalistico. Ne veniva sottolineata la varietà e la completezza degli ambienti. E allora ho messo da parte la mia sfrenata voglia di natura selvaggia, per iniziare a conoscere la Dalmazia da quella che, se non la più bella, avevo intuito fosse la più interessante delle sue isole: Hvar.
E non ho sbagliato.

A tutti coloro che odiano confusione e discoteche dirò subito di stare tranquilli. 

La movida è concentrata esclusivamente nel capoluogo: la città di Hvar. Qui attraccano yacht di lusso, i locali chic sono aperti fino a tarda notte, il lungomare è animato e pieno di gioventù. Per chi si vuole divertire è l'ideale. Senza contare che la stessa cittadina è molto bella e merita senz'altro una visita. 


Tutto il resto dell'isola offre invece un turismo per famiglie e coppie, nella più assoluta tranquillità e, in alcuni casi, addirittura nell'isolamento.
Ecco perché Hvar è un'isola che accontenta tutti.

A me ha sorpreso già dall'attracco della nave, nel piccolo porto di Starigrad, dove ho superato definitivamente ogni titubanza. Lascio giudicare a voi dall'immagine. 
Boschi e mare.
Delizia per i miei occhi affamati di natura!
Che avreste pensato? Io sono rimasta a bocca aperta, pensando che fosse l'isola che non c'è. Altro che mondanità! Se già al porto quello che vedevo erano boschi e mare...

Infatti i sospetti si sono rivelati fondati: Hvar è, tanto quanto le altre isole dalmate, un'isola per gli amanti della natura e della tranquillità. Purtroppo però, spesso passa solo l'immagine di una piccola parte dell'isola, la città di Hvar appunto, famosa per la movida. Del resto dell'isola poco si parla, ma vi posso assicurare che merita assolutamente.

Io trovo che, idealmente, l'isola possa essere divisa in quattro diverse aree: Hvar città, di cui ho già abbondantemente parlato; il territorio di Starigrad, Vrboska e Jelsa, adatte a un turismo più tranquillo; Zavala, per il mare più incontaminato; e infine tutti i 47 km della stretta strada che congiunge Jelsa a Sucuraj, capo opposto dell'isola.
Ognuna di queste aree ha una atmosfera a se stante che merita di essere approfondita.

Starigrad è un graziosissimo paesino in stile dalmata, fatto di case in pietra che si sviluppano intorno al molo e ai canali dove sono ormeggiate le barche. Si trova in una valle, circondata da monti. E' un paese pulito e molto curato; è piacevole passeggiare e la sera si anima di bancarelle e locali dove è possibile gustare delle grigliate di carne o di pesce freschissimo. La gente è semplice e alla mano e rende rilassante soggiornare qui. Chi vuole potrà vestirsi elegantemente, ma nessuno vi guarderà male se di sera andrete ancora in giro con le infradito e un vestitino da mare. I ritmi sono lenti e le serate passano rilassate a passeggio tra le viuzze tutte pietra e il lungomare. Quattro chiacchiere, un pò di musica all'aperto, i programmi per la giornata che verrà...

Starigrad


Jelsa è molto simile a Starigrad, sia come architettura che come atmosfera. Leggermente più grande, offre anche un parco alberato dove riposarsi all'ombra nelle ore più calde. Nei suoi pressi troviamo delle "spiagge" leggermente organizzate, nel senso di piattaforme che consentono l'entrata in acqua, le docce, e la presenza di fondale sabbioso molto adatto ai bambini e raro in Croazia. Ci sono poi anche aree più selvagge, rocciose e circondate dalle colline verdi, in un panorama naturale pressoché intatto.
 
Jelsa






Mare nei pressi di Jelsa


Vrboska è una Venezia in miniatura. Deliziosa cittadina, sempre costruita con le case in pietra, è attraversata da canali e ponticelli che la rendono davvero pittoresca. Nei suoi pressi, belle pinete e mare roccioso e cristallino.

Vrboska

Mare nei pressi di Vrboska


Il mare più bello, però, si trova senz'altro dalla parte di Zavala, ancora un altro mondo rispetto alle zone dell'isola di cui vi ho parlato finora. Per arrivarci occorre passare un tunnel scavato nella roccia viva, con il senso unico alternato di marcia. E' incredibile la sensazione perché gallerie così non se ne vedono spesso, è proprio come passare sotto una lunga grotta, stretta, a contatto con la pietra viva. E, come per magia, usciti da lì vi troverete in un altro mondo. Qui la costa è alta e selvaggia. Ci sono delle contrade ma non più cittadine importanti. In compenso i paesaggi naturali sono d'impatto. L'acqua è azzurrissima e fa da contrasto con la roccia rossa, caratteristica di questa parte dell'isola.

Mare nei pressi di Zavala



E infine, veniamo a tutta quella lunga parte dell'isola di Hvar snobbata dal turismo internazionale e spesso anche nazionale.
Dopo Jelsa la strada si inerpica in montagna. Il paesaggio dapprima si apre permettendo di spaziare la vista sulle altre isole, dall'alto, e poi si chiude sulla montagna. Attraverserete una strada tutta interna, senza vedere il mare, tra i boschi fitti. Qui però si aprono profondissime vallate che conducono giù, a livello del mare, in minuscole contrade marine, in cui il tempo sembra essersi fermato. Prima di Sucuraj, mi sono fermata un pomeriggio in una di queste contrade fuori dal tempo. C'era un bar, un market e quattro (di numero) case in affitto. La gente che alloggia qui si conosce tutta e forma una piccola comunità di abitué, che passano l'estate nella più assoluta tranquillità della loro valle. In esclusiva. Tutto il resto a chilometri di distanza. Odore di pini e di ginepri. Acqua cristallina. Ristoro del corpo e dello spirito. 
Sucuraj è invece un piccolo paese, ancora più tranquillo rispetto a Starigrad, Vrboska e Jelsa, e non particolarmente interessante dal punto di vista architettonico, ma dove si mangia benissimo sia carne che pesce a prezzi ancora molto bassi. Fuori dal circuito turistico, è un luogo ancora attento ai rapporti umani e alla cucina artigianale.

Mare in una valle prima di Sucuraj


E, dunque, ecco i mondi di Hvar. 
Qual è dunque la sua anima, vi chiederete, se ha così tante sfaccettature e luoghi interessanti?
Vi rispondo pensando all'unico elemento che accomuna tutta l'isola, che siate a Hvar come a Sucuraj, che siate al mare o tra le montagne: la lavanda.
E' il fiore dell'isola. E l'isola ha il suo profumo. Cresce spontaneo o in coltivazioni. Ovunque. E viene venduto nei negozi e nelle bancarelle sotto forma di diversi prodotti: sacchetti ricamati profuma biancheria, olio profumato, saponette, bagnoschiuma. 
E' famosa nel mondo, la lavanda di Hvar. Profuma l'isola insieme all'odore dei pini. La sentirete mentre viaggerete in macchina con i finestrini aperti o mentre passeggerete per i paesi o farete il bagno al mare. Vi raggiungerà e vi parlerà dell'isola. Mentre le macchie viola della fioritura rallegreranno il paesaggio e gli occhi.

Fiori di lavanda


 

E, quando cala la sera, eccovi davanti Hvar nella sua interezza. Nelle sagome che sfumano nell'ultima luce del giorno, godete questa luce con la pace interiore che vi avrà regalato l'isola. Profumi, fiori, paesi, boschi.




Da sola, Hvar, riassume tutto il senso dello spot sulla Croazia che spopolava qualche anno fa: "Croazia: il Mediterraneo come era una volta". E' proprio così: mare cristallino, pulito, poco intaccato dalla presenza umana. Natura generosa. Gente semplice e genuina.
E' quello che noi abbiamo perso, con le eccessive concessioni delle spiagge, con la costruzione di ecomostri, con lo sfruttamento turistico, con la troppa pesca, ecc.ecc.
E da qui un'amara considerazione: chissà come sarebbe oggi questa splendida isola se fosse rimasta in mano agli italiani. Avremmo, ahimè, disboscato, costruito lidi e snaturato il luogo come spesso abbiamo fatto altrove?
Poi una speranza: che il popolo croato mantenga sempre questo spirito di conservazione del patrimonio naturalistico, che non ceda alle lusinghe di un turismo che strizza gli occhi a lidi, alberghi sul mare e villaggi turistici. 
Spero che rimangano fedeli alla loro moneta, la Kuna, che riflette tutto l'amore per la natura. Le 5 Kn hanno impresso l'orso,  le 2 Kn la faina, 1 Kn il pesce e nei centesimi ci sono i fiori. Finché sarà così...
Vi lascio infine con augurio: che di Hvar non si parli più solo per le sue notti di follia estiva, ma che si inizi a parlarne per le tante bellezze che la contraddistinguono.
Spero di aver iniziato io, con questo post, a farlo. Perché è davvero una bellissima isola che merita di essere conosciuta per molto più che la movida di una zona. 



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