venerdì 13 ottobre 2017

L'anima del deserto: Foce del fiume Belice e dune limitrofe


Non avevo idea di cosa fosse il "deserto", di cosa volesse dire camminare sollevando polvere di sabbia rovente e sentire crescere l'arsura in gola, finché non ho visitato la Riserva Naturale Foce del fiume Belice e dune limitrofe, in pieno agosto. Naturalmente è solo un sentore di "deserto", perché qui ci sono il mare, la vegetazione, la foce di un fiume - che tuttavia in agosto è completamente in secca -, eppure l'anima di questo luogo contiene in sé la durezza e contemporaneamente il fascino che, in maniera certamente amplificata, deve provare chi visita i più grandi deserti della Terra. E dopotutto è normale che sia così: siamo nella Sicilia sud - occidentale, poco sotto, separata solo dal mare, c'è la Tunisia. Il passo è breve. E richiama alla mente quello che doveva essere un tempo: quando le due Terre erano un'unica cosa, o quando, successivamente, la Sicilia meridionale doveva essere tutta così: fatta da dune di sabbia e coste desertiche lunghe chilometri. Prima che l'uomo costruisse, speculasse, modificasse la conformazione naturale delle coste. Oggi rimangono residui di ciò che fu, dove si è provveduto a fermare l'azione umana  tramite l'istituzione di Riserve Naturali protette. Riserva Foce del Belice e dune limitrofe è una di queste. Il luogo dove respirare la polvere di sabbia e vivere le atmosfere desertiche di una volta. Si estende per circa 4 chilometri tra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi, tra le provincie di Trapani e Agrigento. Ed è fatta di piccole dune, a loro volta fatte di sabbia color ambra, intervallate all'interno da pini marittimi ed eucalipti, e invece verso il mare colonizzate da arbusti e gigli. 

Pini marittimi cresciuti tra la sabbia.

Entrando nella riserva dalla parte di Marinella di Selinunte, purtroppo ci si accorge che il primo tratto è stato concesso alla gestione di alcuni lidi e club nautici. Incuranti del brusio dei bagnanti e dello scempio delle costruzioni umane, occorre seguire il sentiero fatto di sabbia, indicato con la dicitura: "le dune", alla ricerca della vera anima della Riserva. Percorso all'incirca un chilometro, finalmente si entra in contatto con lo spirito più vero del luogo. Il rumorosissimo "silenzio" della natura, fatto dal frinire delle cicale, dal vento tra le fronde degli eucalipti, dal mare che si avverte al di là della vegetazione, alla nostra destra. In estate il re degli odori è quello della resina dei pini, che ci arriva fresca e pungente, mentre camminiamo tra la sabbia, superando tronchi di albero e intravedendo il mare al di là.  

Tronchi di albero, dune e mare.
E' un paesaggio fatto di alberi cresciuti sulla sabbia, con le radici che traggono nutrimento dalla fertile terra al di sotto di essa. Di fronde ombreggianti di pini ed eucalipti che, in questo tratto di riserva, ancora ci assicurano una benevola ombra e una varietà di colori: il giallo della sabbia, il marrone dei tronchi, il verde delle fronde degli alberi. Al di là, anche il blu del mare che ci attrae.

Ma la vera anima del luogo, si respira una volta usciti allo scoperto. Ci aspetta oltre la vegetazione: dove essa termina, verso la spiaggia, per lasciare il posto a piccole ma estesissime dune di sabbia dorata. Qui crescono solo arbusti e gigli, aggrappati testardamente alla sabbia, sconvolti dal vento che modifica le dune stesse, esposti al sole cocente. Qui non c'è più riparo. Questa è l'anima desertica del luogo che ci sfida, che ci mette alla prova. Se vogliamo visitarla c'è un prezzo da pagare: camminare tra le dune sentendo cuocere la pelle e mancare il respiro. Tra chilometri di sabbia bollente, sollevata dal vento caldo, che appanna anche la vista nello stesso momento che la appaga. L'ocra è l'unico colore concesso.

Dune di sabbia.
Gigli cresciuti sulla sabbia.

Una vallata di sabbia. Ocra. Una spiaggia fatta di piccole dune che diventano un tutt'uno. Selvaggia. Scelta anche dalle tartarughe Caretta Caretta per nidificare. Impreziosita dai bellissimi gigli bianchi della sabbia. 
Essere qui è un privilegio di cui godere per poco tempo. Vorresti visitarlo, interiorizzarlo, questo luogo. Ma in pieno agosto non puoi. Riesci solo a sederti, arreso all'afa, per qualche minuto tra le dune. Il tempo di riprendere le forze e decidere se ripararti di nuovo tra gli alberi all'interno o se scendere verso il mare.
Personalmente la seconda ipotesi mi attira troppo per rinunciarvi e così, stremata dal caldo, rinunciando a quel mondo a sé, affascinantissimo, delle dune, arrivo alla riva. Qui sembra di essere in un emisfero totalmente differente. Il vento è sempre molto caldo, ma porta con sé il ristoro della brezza marina fresca. 

Le acque cristalline della spiaggia della Riserva.
L'acqua è cristallina, e inaspettatamente subito profonda e gelida a causa delle correnti marine di questa zona. Tuffarsi in queste acque è una sensazione incredibile. Si sente evaporare improvvisamente tutto il calore accumulato dal corpo, in un repentino passaggio dal caldo al freddo che rigenera. E' come se le narici si sturassero e si riprendesse a respirare a pieni polmoni, superato il deserto. Ecco: questo mare è proprio come deve essere un'oasi nel deserto. Rigenerante. Rassicurante. Accogliente. 
Stordisce proprio come fosse un miraggio, un'acqua così limpida, così fredda. Nuotarvi è rinascere.
Ed è proprio dall'acqua, che si può ammirare la riserva con maggiore distacco e forse comprenderla pienamente.Osservare dove eravamo: in un mondo fatto per chilometri solo da sabbia e arbusti. Fin dove quasi nessuno si spinge, verso la foce del Belice: un luogo incontaminato, isolato, qui veramente intatto. Dove comanda la natura soltanto. Il vento che modifica le dune e soprattutto la sabbia rovente, che inneggia al deserto.
Un tratto della Riserva, vista dal suo mare.
 
La solitudine e la paurosa bellezza di questo luogo sono la sua anima. Ci si sente persi, qui. Lontani dal mondo e perfino da se stessi. Diventati sabbia dorata rovente anche noi. O acqua gelida, mentre si nuota dimentichi di tutto, tra il vento e il rumore del mare che invade beatamente la mente. Mare e mare, e dietro sabbia e sabbia. Freddo e caldo. L'eterno contrasto tra la vita e la morte. Qui finalmente insieme. Alla Riserva Naturale foce del Belice e dune limitrofe. Visitatela, odiatela e amatela. Soprattutto, capitela...



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