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domenica 14 dicembre 2014

Cefalù da fuori Cefalù (parte seconda): la statale 113 e la Cefalù - Gibilmanna


Strade. Luoghi di transito. Luoghi di unione tra luoghi. Con una propria identità, che tuttavia non può che contenere - e completare - anche quella dei luoghi che attraversano.

E così, tanti anni fa, la Sicilia era per me, prima di tutto, la statale 113.
La prima che, in un mattino d'estate, dopo aver passato tutta la notte in treno, vedevo al risveglio correre veloce accanto alla ferrovia. Con il finestrino del treno abbassato (allora si poteva fare) il vento tagliava la faccia e portava miscelato l'odore di mare e di fiori. Sfilavano una dietro l'altra piccole baie ciottolose con qualche bagnante e qualche pescatore. Finché finalmente il profilo di Cefalù, sognato tutto l'inverno, si materializzava nella visione della rocca. La strada, parallela alla ferrovia, vi correva incontro.

Se siete a Cefalù e avete voglia di mare e di guidare, nulla è più consono ai vostri desideri della statale 113. Panoramica. Costiera come poche ne ho viste al mondo. Costruita proprio accanto al mare. Poco sopra il suo livello. Sfiora le cale più belle, gli scogli più solitari. E' baciata dal sole. Pare costruita appositamente per il piacere di guidare e per calmare lo spirito, lasciando tuffare i pensieri in quel mare blu così vicino, mentre a noi resta la serena sensazione di quanto sia meraviglioso lo spazio aperto che ci circonda. 

La rocca di Cefalù dalla statale 113

E la statale 113 è, naturalmente, anche Cefalù. Quando la rocca ci appare, da qui, tra cielo e mare. Ultimo lembo di terra dopo le montagne. Ultimo punto di contatto umano. 
Da questa prospettiva ci nasconde il paese, pare celarlo per tenerlo per sé o per farci una gradita sorpresa quando saremo finalmente arrivati. E pare piccola piccola, persa tra nuvole e spighe di grano, eppure dalla forma sempre riconoscibilissima. Un punto fermo, indiscutibile. Meta d'arrivo e di partenza. 

Da qui si vedono i più bei tramonti colorare il cielo di giallo e d'arancio. Il mare gigante accogliere il sole. Il contorno della rocca circondato da riflessi di luce.

Tramonto su Cefalù dalla statale 113

Altre sere a predominare è una nebbiolina rosa avvolgente. Pare nasconda le cose e invece le svela di più. Parla direttamente con l'anima, con l'immaginato. Tocca corde di percezione segrete. Rasserena. E commuove.
Tutto pare immobile, finché poi, improvvisa, la luce del faro di Cefalù si accende e il bagliore intermittente, ancora appena percepibile, indica la via. Man mano che cala la notte, poi, diventerà squarcio nel cielo nero, a indicare la vita.

Tramonto su Cefalù dalla statale 113

Qual è, dunque, da qui, l'anima di Cefalù? 
E' un'anima selvaggia, naturale. Un'anima dai colori decisi. Dallo spazio aperto. Ampissimo.
No, da qui non si vede il paese, eppure Cefalù è più presente che mai. In quella sagoma che a seconda dei giorni, del tempo, può essere ben definita o dai contorni sfumati, c'è tutta la promessa di un punto fisso, fermo nel tempo e nello spazio. Come il faro guida i naviganti per mare, così la rocca ci guida verso il paese. Promette, e mantiene, che quell'ultimo lembo di terra ha qualcosa di unico che si ripete nel tempo, e che non cambia mai per cambiare sempre.


Ma c'è un'altra strada irrinunciabile. Un'altra passeggiata doverosa per scoprire Cefalù da una prospettiva ancora diversa, e che personalmente ha accompagnato molto del mio cammino. La cosiddetta Cefalù - Gibilmanna, la strada che sale sulle Madonie e congiunge il paese al Santuario di Gibilmanna.
Tutta tornanti, si arrampica lasciando il paese sotto di noi.

Il paese visto dalla Cefalù - Gibilmanna

Da qui Cefalù appare com'è: p
rotetta tra le sue alture e tutta tuffata nel blu. Col suo abitato e la rocca. E il mare che si indovina dal colore. Il blu cambia a seconda delle correnti e dei venti. Il bianco indica mareggiata e gli increspamenti i giorni di maestrale. Quando c'è scirocco una patina pare avvolgere tutte le cose come un velo trasparente ma ostinato, che si posa ovunque e impedisce ai colori di brillare a dovere.
Qui si vede tutta Cefalù, eppure si è in un mondo a parte, ovattato, lontano dal chiasso della vita paesana, dall'allegria dei bagnanti d'estate. Guardiamo Cefalù con necessario distacco, lo immaginiamo e lo facciamo più nostro di quello che è. Lo desideriamo, forse, ma non lo viviamo che con superbo e incantato distacco.

Cefalù, vista dalle Madonie

Una luce generosa - quella del tardo pomeriggio - posa un rosa romantico sulla rocca e sulle case del centro storico. Accentua il verde delle Madonie. Sfuma il mare e lo rende di un delicato colore pastello.
Per un attimo non si desidera altro che questo panorama. Sospeso. 
Poi il cuore riprende a battere. Il desiderio di vita a scorrere. E la strada Cefalù - Gibilmanna, con la sua anima elitaria, ma generosa, ci riporta in paese.




mercoledì 26 novembre 2014

Cefalù da fuori Cefalù: la collina di Sant'Elia


Ricomincio da qui. Da questo luogo che per me è Luogo per eccellenza. Dall'anima del mio luogo dell'anima. Cefalù. Ancora una volta. Sempre.
Questa volta visto da fuori. Da lontano. Quando la  rocca spicca, predominante nel paesaggio, eppure si è distanti e il paese si immagina soltanto. Diventa sogno, idea, possibilità mai del tutto possibili. Magia. O meglio malìa. Si indovina la vita che vi scorre, ci attrae e ci spaventa, al sicuro nell'isolamento che godiamo da lontano. Il paese è tutto nostro, inventanto a misura di desideri perduti nel tempo. Senza difetti. O con difetti estremamente attraenti.
E bellezza. Bellezza perfetta che mai smette di stancarci nella sua contemplazione. Sempre uguale e sempre diversa.

Inizio dalla collina di Sant'Elia. Proprio quella che fa parte del paesaggio del paese; quella collina verde, poco fuori l'abitato, che fà da sfondo alla vostra passeggiata per le vie cefaludesi e per il lungomare, visibile praticamente ovunque dal paese. Proprio la prima delle alture che incorniciano Cefalù e costituiscono lo sfondo naturale in cui è adagiato insieme alla rocca.
Salite, se avete tempo, sulla cima di questa collina. E' un'esperienza indimenticabile.
La strada, sterrata, arriva fino a un certo punto. Poi si lascia la macchina e si va a piedi. Tra ciuffi di erba alta scossi dal vento che qui corre senza alcun freno. Tra piccole costruzioni in pietra abbandonate. Tra rovi e tronchi e solitudine. Non c'è mai nessuno qui. Siete soli a fare i conti con voi stessi. Vi sentirete inquieti. Non siamo - noi uomini - più abituati ad essere così soli nella natura. Nessuna presenza umana. Fa un po' paura. Il cuore batte man mano che si avanza tra l'erba alta. 

La punta della rocca di Cefalù appare dalla collina di Sant'Elia

Poi eccola. Improvvisa. Appare.
La punta della rocca di Cefalù che riconoscete subito familiare. Amica. Anche se siete abituati, voi frequentatori del paese, a vederla sopra di voi, non sotto. Ma in un lampo si stravolge ogni prospettiva, perché siete più in alto di lei. Più in alto di tutto. E se fate qualche passo ancora, incerto, ma imprescindibile ormai, piano piano si svela tutta e poi appare il paese con il suo abitato e il mare tutt'intorno. Sotto di voi. E vi pare di volare. Di dominare tutto. Di capire tutto. Che sensazione meravigliosa e inusuale di completezza!
E ora, di fronte allo spazio aperto, non vi sembra più d'essere soli e vulnerabili, ma dominatori della vita del paese. Di vederne la totalità e che questo sia uno spettacolo che va in scena per voi soltanto. Qui siete in presenza di tutto eppure siete soli. Siete i privilegiati a cui si rivela quest'anima d'aria e di luce. Di roccia, di radici e di mare. Basta la vista aperta a tenervi compagnia, a rasserenare l'anima, a farvi orgogliosi d'aver scoperto il luogo. Quasi fosse un segreto che a voi soltanto si rivela. Qui vi pare di avere tutto chiaro. Di avere le chiavi del senso della natura e della vita. Di essere leggeri. Di diventare vento. Senza bisogno d'altro che dell'anima potente, dal carattere forte, di questo luogo. Un'anima che urla. Che vuol essere unica. Che si impone, prepotente, su tutto. Inevitabile.

Cefalù vista da Sant'Elia

E il paese, circondato dal mare, è tutto lì sotto. Immobile e vivo al tempo stesso. Come se il tempo e lo spazio fossero racchiusi qui, adesso, in un solo sguardo che abbraccia tutto dall'alto e lo  trasforma in sogno.

L'abitato di Cefalù visto dalla collina di Sant'Elia