martedì 14 gennaio 2014

L'anima ferita di Lampedusa


E' difficile, oggi come oggi, parlare di Lampedusa. Tutti saprete che si tratta di un'isola che fa parte delle Pelagie. Tutti saprete che è in territorio siciliano, ma geograficamente è più vicina all'Africa. E sapete queste cose perché Lampedusa è rimbalzata alle cronache le per tristi vicende dell'immigrazione.
Il mio blog nasce senza pretese, per parlare in maniera spensierata di luoghi, perciò eviterò di trattare questioni morali e politiche. Tuttavia, vi dicevo, è difficile parlare di Lampedusa. Ed è difficile perché, la sua, è una grande anima. Tuttavia è ferita. Non si può prescindere da quello che è successo, e continua a succedere, nel raccontare l'isola. Sono fermamente convinta che i luoghi riflettano le vicende che vi capitano, belle o brutte che siano. Sono come spugne che assorbono le sensazioni  vissute, e ne risentono, nel bene e nel male.
Ecco perché dico che l'anima di Lampedusa è ferita.
E, a dire la verità, mi pare che sia stata ferita più volte, nella storia.
Il suo mare è oggettivamente meraviglioso. Ma l'interno dell'isola è difficile: si presenta come un unico ambiente brullo e roccioso. In parte è dovuto al caldo africano e alla scarsità di piogge. Tuttavia, sappiamo che prima del 1843 il territorio era verdeggiante e, in alcuni tratti, addirittura boscoso. Lampedusa è stata totalmente disboscata in seguito alla colonizzazione dei Borboni e poi resa rocciosa dall'azione incontrollata degli agenti atmosferici sulla terra, liberi di scatenarsi senza più il freno della vegetazione.
Oggi si sta provando a ripiantare gli alberi. Tuttavia ci vorranno ancora molti anni per riportare Lampedusa all'antico splendore.
Ma questo non è che l'inizio. 
Durante la seconda guerra mondiale Lampedusa fu trasformata in roccaforte militare, subendo forti bombardamenti. Altra mortificazione della sua anima.
E veniamo ai tempi moderni. 
Che dire? Il cuore dei lampedusani è grande, così come grandi sono i loro problemi. Mancano le strutture scolastiche, mancano gli insegnanti disposti a trasferirsi sull'isola, manca perfino l'ospedale, sicché, ad esempio, le donne incinta devono prendere l'aereo anche per fare una semplice ecografia.
Qui la condizione di isolamento non è un privilegio da difendere. Non è una scelta. Ma è un dramma che non ho riscontrato tale in nessun'altra isola, piccola che fosse. Forse perché Lampedusa è così distante dalla terraferma, forse perché mancano le strutture necessarie a renderla autosufficiente, forse perché è abbandonata a se stessa. 
Più probabilmente per tutti questi motivi insieme.
Eppure i lampedusani amano la loro isola. E sono accoglienti e generosi.
Lo hanno dimostrato anche recentemente, nel gestire il dramma dell'immigrazione che si va ad aggiungere agli enormi problemi che già hanno. Che va a ferire ancora di più un'anima già ferita.
Mi sembrava giusto, parlare di questo. Premetterlo al resto.
Perché ora cambierò discorso, posterò foto di un mare cristallino dai paesaggi caraibici. Ma non bisogna dimenticare la ferita profonda di quest'isola bellissima. Affinché, in qualche modo, possa essere curata e la sua anima torni intatta, così come merita.

La parte più affascinante della costa di Lampedusa, è sicuramente l'Isola dei Conigli, che ricade nel territorio della Riserva Naturale Orientata. Si tratta di un isolotto, separato dal resto dell'isola da una spiaggia di sabbia bianchissima e contornato da un mare dai colori tropicali.
E' spettacolare. La sabbia è morbida e fine e l'acqua degrada lentamente, sicché ci si trova a camminare per molti metri, vedendo perfettamente il fondale, con i pesci che ci nuotano intorno ai piedi.






Le immagini parlano da sole. E' davvero incredibile la trasparenza di questa acqua. 
Ma non piace solo ai turisti. L'Isola dei Conigli è uno dei luoghi preferiti dalle tartarughe Caretta Caretta per depositare le uova. Sicché la spiaggia è gestita da Legambiente e dal WWF, che permettono l'uso degli ombrelloni solo in una parte al fine di proteggere le uova che potrebbero essere nascoste sotto la sabbia. In un'altra parte è concesso solo l'uso degli asciugamani da bagno per sdraiarsi, e in tutto il resto della spiaggia è invece vietato sostare. 
L'esperienza più incredibile, comunque, qui non è certo prendere il sole, ma fare il bagno in un mare incredibilmente trasparente, caraibico, insolito in territorio italiano.

Certamente la bellezza della costa di Lampedusa non si esaurisce nell'Isola dei Conigli.
Il mare è bello un po' ovunque. La parte nord dell'isola è tuttavia poco accessibile, alta e scogliosa. Bisogna concentrarsi sulla costa sud, più bassa e accessibile.
Io ho trovato interessante la zona vicino l'aeroporto, con un mare roccioso ma decisamente invitante, dal fondale visibile a occhio nudo fuori dall'acqua.



Non sarà difficile, qui, nuotare circondati da branchi di pesci. Una meraviglia che in pochi altri posti è così facile ammirare da vicino. 
C'è chi afferma di aver visto nuotare anche le tartarughe, a me non è capitato, però segnalo l'interessante Centro di Recupero Tartarughe Marine gestito dal WWF, visitabile, dove potrete vedere come vengono curate quelle malate o che si sono ferite con gli ami da pesca o a causa di altre attività dell'uomo.





Cosa dirvi ancora? 
Di solito non amo fare pubblicità a luoghi di ristoro, ma stavolta dovrò fare un'eccezione. Proprio sulla via principale del paese, la rosticceria Martorana prepara degli ottimi piatti dal sapore genuino dei cibi fatti in casa. Con pochi euro potrete portare via, o gustare ai tavolini in piazza, le lasagne, i fusilli con tonno e mollica "atturrata" (arrostita), il pollo con patate, insalate di ogni tipo, pizze, sfincioni, arancini e molte altre specialità cucinate una meglio dell'altra. Fossero tutti così...

Chiudo questo post tirando le somme. 
Lampedusa è un'isola difficile. Non posso negarvelo. Da molti punti di vista.
Fa caldissimo. In alcuni giorni l'afa annebbia la vista e blocca il respiro. E' facile arrivare anche a 50 gradi d'estate. 
Ma soprattutto bisogna fare i conti con le tragedie che vi sono successe. Non è facile nuotare in quelle stesse acque paradisiache, che invece hanno rappresentato l'inferno per molti uomini. Lo capisco. Eppure non posso sconsigliarvi di andare. Vi assicuro che non c'è alcun pericolo di sicurezza. I turisti sono accolti nel migliore dei modi dai lampedusani e sono la loro risorsa. Non priviamoli anche di questo.
Iniziamo a curare l'anima ferita dell'isola: non dimentichiamola! Perché non è solo luogo d'orrore, ma anche un bellissimo posto che merita di essere visitato. E aiutato.



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