venerdì 3 gennaio 2014

Cava Grande del Cassibile: lo spirito dell'acqua


Siamo ancora una volta in Sicilia. Questa volta nella parte sud - orientale. In provincia di Avola, per la precisione. Alla scoperta di uno dei luoghi più affascinanti e meno conosciuti della regione: Cava Grande del Cassibile.
Aleggia un'aria di mistero, intorno a questo luogo. Qualcuno me ne aveva parlato: "laghetti, vegetazione, cascate", ma senza riuscire a dirmi il nome preciso né darmi indicazioni su come raggiungerlo, tanto che il luogo sembrava uscito solo dalla vaga fantasia che ammanta ricordi infantili o che ingrassa i vari "sentito dire".
Poi, all'improvviso, vicino Siracusa, ecco l'illuminazione: un cartellone con le riserve naturali della provincia, e tra essi Cava Grande. Ricollego immediatamente alla descrizione fattami anni prima e, finalmente, ho un nome da cercare sulle mappe. In realtà non è che il primo passo, poiché precise indicazioni non ve ne sono. Dalla cittadina di Avola occorre prendere la strada che sale in montagna, verso il Fiume Cassibile. Percorrendola, vi accorgerete di allontanarvi sempre di più dalla costa per inoltrarvi nell'entroterra a tratti arido e a tratti maggiormente boscoso. Capirete di essere arrivati nel luogo giusto quando, davanti ai vostri occhi, spunterà dal nulla una contradina fatta di: un bar - ristorante, un parcheggio per le automobili, un bagno con servizio docce e poco altro. 
A questo punto vi chiederete: "E i laghetti? Dove sono?". 
Osservate bene il panorama: siete in cima a una montagna, proprio sul suo ciglio, e sotto di voi si apre una valle profonda circa 300 metri. Lì in fondo, a valle, riuscite a distinguere quei puntini blu? Ecco: sono loro i laghetti che state cercando!


Non ve lo nascondo: scendere è dura e risalire è ancora peggio. Fatelo solo se siete allenati, con sufficienti riserve idriche, nelle ore meno calde della giornate e con scarpe adatte. Dovrete affrontare un sentiero pietroso, in alcuni punti abbastanza dissestato, che, attraverso tornanti più o meno ripidi, scende il costone della montagna fino ad arrivare a valle. All'entrata della Riserva, ossia all'inizio del percorso, vi verrà consegnato un numero che vi idenficherà nel corso della giornata e dovrete riconsegnare quando risalirete. Serve per controllare che, a sera, siano risaliti tutti i visitatori, sia perché è vietato soggiornare all'interno della Riserva, sia perché occorre verificare l'incolumità di tutti (infatti vi verrà dato il segnale di obbligo di risalita con un certo margine rispetto all'orario del tramonto, per lasciare spazio a eventuali emergenze).
Non voglio spaventarvi, ma è necessaria la massima consapevolezza: Cava Grande non è per tutti. Ma, se ve la sentite, non abbiate paura: sarà faticoso, ma vi assicuro che ne varrà la pena. 
Una volta terminato il sentiero, vi troverete davanti a un bivio: due cartelli di legno, a forma di freccia, indicheranno rispettivamente i laghetti principali e quelli secondari. Informatevi prima di decidere da che parte andare, perché non sempre sono entrambi accessibili per problemi di salvaguardia naturalistica. Se possibile, secondo me vanno visti entrambi. 
L'impressione che se ne ha, non so se perché dopo tanta fatica, è di essere arrivati nell'Eden come ve lo siete sempre immaginati: un luogo perfetto, tanto perfetto da essere sorprendente. Con l'acqua fresca e cristallina a ristorarvi, il cinguettio degli uccellini, la pace di una natura incontaminata a coccolarvi l'anima affaticata. I laghi sono il premio per il vostro sforzo. Sono metafora della ricompensa che attende, a chi crede, dopo le fatiche affrontate in vita.

I laghetti piccoli sono gioiellini blu che scorrono tra le montagne, gorgogliando allegramente, e formano piacevoli rivoli e cascatelle. In alcune pozze è possibile sdraiarsi per un idromassaggio naturale, ove la corrente non è molto forte ed è facile trovare appiglio tra le rocce. Diciamo che sono meno d'impatto rispetto ai laghi grandi, ma più riposanti e a misura d'uomo. Potrete passeggiare sulla loro riva e prendere confidenza con il piccolo paradiso in cui siete inaspettatamente arrivati. Per questo motivo vi consiglio di visitarli per primi.


I laghi grandi, invece, sono maestosi. E' innegabile. Iniziano esattamente come quelli piccoli: con piccoli rivoli di un intenso color verde smeraldo.


Ma ben presto ci si accorge che confluiscono in laghi maggiori, alimentati da una cascata grande e altre più piccole, attorniati da roccia calcarea levigata a strati dall'acqua nel corso dei millenni. Si formano delle vere e proprie piscine naturali, una di seguito all'altra.

Qui si può tranquillamente nuotare: i laghi sono balneabili. L'acqua è pulitissima e fresca. Un vero piacere immergersi. C'è chi ama tuffarsi dai vari "gradini" rocciosi, giocando a aumentarne l'altezza a ogni tuffo. Occorre stare però molto attenti, perché le rocce sono spesso bagnate e scivolose. Un altro accorgimento necessario è tenervi lontano dalla cascata, che genera una discreta forza e una corrente notevole. Per il resto, il bagno in questa valle isolata, nei laghetti circondati dalla vegetazione, sarà una sensazione impagabile. Benessere allo stato puro. Contatto ravvicinato con la natura più incontaminata.

Qui l'acqua è ovunque. Padrona assoluta del fascino del luogo. Potente o mansueta, a seconda dei punti in cui scorre. Ma sempre presente.


E l'anima di Cava Grande non può che essere la sua acqua. La magia dell'acqua. Nel vero senso della parola: il corso del fiume qui sembra animato da presenze misteriose. La sensazione è quella di un spirito che ci osservi, che nuoti insieme a noi, che abiti il luogo. La spirito dell'acqua. O forse delle ninfette che la abitano. Qui ritornano alla mente, intatte, le favole della nostra infanzia. Qui prende vita tutta la mitologia che abbiamo studiato a scuola. Le Naiadi (ninfe delle acque sorgenti), le Potamidi (ninfe dei fiumi), le Limniadi (ninfe dei laghi), paiono tutte abitare la Cava. 
O forse, più semplicemente, sono le suggestioni dell'uomo che sente la presenza e le storie di altri uomini, frequentatori di questo luogo nel tempo (Cava Grande venne abitata da insediamenti umani fin dal secolo XI a.C.). Un luogo carico di emozioni positive, perché da sempre teatro di racconti, di storie. Di vita.
Scrive Angelo Fortuna, in "Accadde a Cava Grande", Armando Siciliano Editore, 2007, Messina:
"Spinto da forza ignota, proseguii senza apparente meta finché non mi ritrovai sul ciglio di Cava Grande, custode dei millenni che rivivono perennemente negli echi misteriosi che, dal fondo della valle, si espandono lungo l'immane frattura e risalgono fino alla coscienza dei visitatori".
E ancora:
"In fondo, il fiume, che forma qua e là laghetti d'incomparabile bellezza, mormorava cattivanti storie del passato: numerose generazioni di uomini narravano la loro avventura terrena in questa silente immensità.
Mute spettatrici, impregnate delle impronte delle civiltà sepolte, le stratificazioni rocciose si animavano di ricordi..." 

Chiamatele ninfe, chiamateli ricordi oppure suggestioni, quello che è certo è che lo spirito della Cava sarà attorno a voi. Rintracciatelo nei gorgoglii delle cascatelle, nell'incrocio tra due rivoli d'acqua, nelle immagini sfocate che la luce disegna sul fondo dei laghetti... ovunque voi lo vogliate riconoscere, esso c'è.
Cava Grande non è solo bella: ha qualcosa di più. Qualcosa di misterioso che solo le anime più sensibili sapranno riconoscere. Qui l'acqua è viva, è animata. 
E solo se saprete sentirla, la vita dell'acqua, amerete questo luogo, fuori dai soliti itinerari turistici, non solo per la sua straordinaria bellezza, ma per quello che veramente è: un luogo magico.



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