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giovedì 8 gennaio 2015

Un tuffo nelle acque del Krka

  
Inizio il nuovo anno con un post dedicato a un luogo che ho particolarmente a cuore. E, naturalmente, inizio dall'acqua. Chi mi segue avrà capito da tempo che è il mio elemento dell'anima. Dunque stavolta vi porto in Croazia, in Dalmazia per la precisione, alla scoperta di uno dei parchi nazionali naturali del paese: il parco del Krka, dove l'acqua regna sovrana e dominatrice su tutto.
 
Si arriva in macchina fino a Skradin, piccola ma curata località a ridosso del parco. L'ambientazione, già qui, è pittoresca. Fitti boschi si affacciano sulle rive del fiume. Piacevolissimo è sostare sulla riva, senza fretta, permettendosi il lusso di perdere la cognizione del tempo. Mentre ci si lascia cullare dal rumore della corrente. Mentre arriva l'odore di acqua e di boschi. E già ci si rilassa. E si sogna.
 
 Ma il meglio deve ancora venire. Per entrare nel Parco vero e proprio occorre pagare un biglietto e salire su una delle imbarcazioni che fanno avanti indietro tra Skradin e le cascate.
La navigazione sulle acque del fiume è lenta e piacevole. Dura circa una ventina di minuti e permette di addentrarsi nelle anse del fiume e scoprirne scorci caratteristici e fauna e flora che vi si nasconde.
Il battello vi lascerà poi a poca distanza dalle meravigliose cascate del Krka, pronti al percorso che vi sorprenderà per la fitta vegetazione dal sapore tropicale che troverete. Rivoli e cascatelle scorrono in un fitto sottobosco, fatto di liane, arzigogolate radici di alberi e grandi foglie nutrite dalle acque generose del fiume. 
 
Lungo il percorso sarà piacevole anche visitare uno dei vecchi mulini ad acqua addetti, un tempo, alla macinazione del grano.
E' veramente incredibile come anche le costruzioni umane, qui come in quasi tutta la Croazia, siano perfettamente inserite nel contesto naturale. Lo arricchiscono senza deturparlo, diventando complementari allo stesso paesaggio fatto di boschi, di acqua, di pietra.
Sembra di essere in un mondo immaginario, nato dalla fantasia di una favola bella. 
Ma è inutile negare che la parte principale del parco, quella che lascia davvero senza fiato, debba ancora venire.

Camminando tra la vegetazione, infatti, arriverete presto al cuore del parco: la lunga catena di salti che fa il fiume, scorrendo rapido nella verdissima valle. Le mille sfumature dell'acqua, dall'azzurro al turchese, sono uno spettacolo per gli occhi. Ma quello che colpisce di più è la forza dell'acqua che, rapida, trascina via tutto e continua a scorrere per chilometri e sembra non finire mai. L'anima del luogo è la sua. Irriverente. Meravigliosa. Con una forza attrattiva spaventosa.
 


In un tratto solamente è consentita la balneazione. A ridosso di una delle cascate meno dirompenti, ma ugualmente affascinanti. Qui, sebbene l'affollamento di bagnanti sia notevole, fare un tuffo è un'esperienza assolutamente da fare. E' il bagno in un luogo per privilegiati. Nuotare qui, a ridosso di una cascata il cui suono vi accompagnerà come una costante melodia, tra la vegetazione acquatica e le rive alberate, fino al tardo pomeriggio, vi farà sentire lontanissimi dal mondo reale. Immersi in un mondo tutto vostro. Fatto di acqua. Di anima. In un Eden terreno, tanto desiderato. In cui siete creature d'acqua e di vento. Ninfe di fiume o sirene. Non importa. Vivrete comunque la loro vita irreale. Nella vostra mente perderanno confine palazzi e cemento, per essere sostituiti da una normalità fatta di questo: di acqua, di aria, di sole. Sarete questo. E sentirete il vostro corpo leggero e i problemi inconsistenti.
Che meraviglioso sentire! Anche se per un pomeriggio soltanto. 
Che bella finzione! Credere di vivere qui per sempre. Di essere, anche voi, creature di questo luogo.
 
Ma state attenti a non farvi trasportare troppo. C'è chi non si accontenta e rischia grosso. Guardate nella foto qui sotto. C'è qualcuno nel punto più pericoloso della cascata grande. 
 
  
Oltre a essere assolutamente vietato è molto pericoloso. Bisogna rispettare la natura, restare entro certi confini fisici. Se con la fantasia possiamo valicarli, con il corpo no. E allora "accontentiamoci" di guardare tutta la grandiosa bellezza di questa cascata, sentiamo l'acqua scendere impetuosa e continua, annusiamo l'aria carica di umidità, ma non pretendiamo di toccare il Krka ove non sia possibile. Non è necessario. Se ci sediamo con tranquillità pronti a recepire l'anima del luogo, se ne comprendiamo la forza e la meravigliosa potenza, anche restando al sicuro nel nostro angolino, anche nuotando solo nel punto consentito, percepiremo il Krka nella sua interezza.
 
 

sabato 24 maggio 2014

La sorpresa di Villa Gregoriana

Fiume Aniene
Acropoli romana di Tivoli

Se avete voglia di un tuffo tra storia e natura, proprio a due passi da Roma, non c'è luogo migliore che io possa consigliarvi che Villa Gregoriana, a Tivoli.
Si trova tra l'acropoli romana e la fossa dell'Aniene, ed è gestita dal FAI che se ne occupa dal 2002 e, dopo aver effettuato gli interventi necessari per il recupero del luogo che stava andando in rovina, l'ha riaperto al pubblico nel 2005. 
Si paga un biglietto d'entrata (6 euro per gli adulti) e devo ammettere che, non solo la bellezza del luogo li vale tutti, ma anche l'ottima gestione del parco giustifica il prezzo: è pulito, con percorsi agibili e ben segnalati che facilitano la visita, e ottima è la manutenzione. Non aspettatevi, però, niente che si avvicini neppure lontanamente all'idea che tutti noi abbiamo di "villa cittadina", perché qui non troverete aiuole fiorite, fontane, l'area giochi per i bimbi o i vialetti con la ghiaia. Villa Gregoriana è un luogo dove la natura regna sovrana. E' un ambiente selvaggio e il più possibile integro, soltanto reso visitabile dalla mano dell'uomo che gestisce ottimamente i sentieri. Si tratta, infatti, di scendere la fossa che segue il corso del fiume Aniene, e poi risalire fino ad arrivare dalla parte opposta, all'acropoli romana. Il tutto tra boschi di lecci ombrosi, vegetazione, caverne, suggestive cadute d'acqua e rivoli del fiume. Un percorso di una bellezza naturale evidente e incredibilmente intatto per trattarsi di un parco urbano. Proprio questo mi ha colpito immensamente, la prima volta che sono stata qui e mi ha lasciato di stucco per la sorpresa. Non avrei mai immaginato di trovarmi di fronte una valle ricoperta dalla natura, da poter visitare quasi interamente attraverso i percorsi che si avvicinano al fiume, ma senza interferire con l'ambiente. 

Ma, soprattutto, quello che non mi aspettavo sono le cascate di tale bellezza e potenza da essere state, anche queste, meta del Grand Tour, anche se risultano decisamente meno note di quelle delle Marmore.
Esse formano, in fondo alla valle, dei laghetti che si intravedono tra la fitta vegetazione, ai quali però non è consentito accedere, forse per la pericolosità del flusso d'acqua a loro ridosso. Il boato dell'acqua che cade, infatti, accompagna la visita di Villa Gregoriana e testimonia la forza di caduta del fiume. Un gorgoglio continuo, dove più dove meno forte, tiene compagnia durante tutta la passeggiata, con un suono costante e intrinseco nel luogo stesso. 
E, insieme all'acqua, arriva la sensazione di frescura e di benessere che ci fa camminare con piacere e affrontare anche la risalita della valle.


Cascata Grotta delle Sirene
Naturalmente la vegetazione è la prima beneficiaria dell'acqua e cresce rigogliosa, soprattutto intorno al fiume. 
Dove esso scorre, formando cascate dal flusso meno impetuoso, varie specie vegetali animano la riva del fiume oppure colonizzano direttamente piccole isole fertili nel mezzo.
Il verde qui ha una tonalità brillante, illuminato dal sole e dal riverbero dell'acqua, ed è il colore principale. Riposa gli occhi e la mente. E si unisce al colore della terra e alla spuma dell'acqua.
Siano alberi, felci, muschi, non importa. Sicuramente avrete ormai capito che non vi trovate in un posto qualsiasi. Che non siamo propriamente in un "villa" come la intende il senso comune in città, ma siamo in un meraviglioso parco naturale, anche abbastanza esteso, abitato da una vegetazione lussureggiante e selvaggia.



Ma non è ancora finita, perché anche per gli appassionati di geologia questo è il luogo giusto. Lungo il percorso, infatti, salteranno sicuramente all'occhio le straordinarie conformazioni geologiche delle concrezioni calcaree, nonché le vere e proprie grotte scavate dalla potenza del fiume nei secoli. Impossibile non notarle. Impossibile non rimanerne affascinati.

Grotta delle Sirene
Concrezioni calcaree


Così come, credo, sia impossibile rimanere indifferenti a tutta Villa Gregoriana in generale. Un luogo così carico di natura eppure tanto vicino a Roma e dentro a una città come Tivoli.
L'entrata è da una delle vie della cittadina. Dal cemento si passa alla natura più selvaggia. Improvvisamente. E allora sembra di essere stati catapultati in un altro luogo come per magia. Spariscono l'asfalto, i palazzi, il traffico. Appaiono il bosco, le cascate, le rocce. 
Di posti belli ne ho visti tanti, eppure Villa Gregoriana mi è rimasta impressa anche a distanza di tanti anni. Forse proprio perché inaspettata. Forse per il valore aggiunto che le dà la sorpresa che nasconde dietro il suo nome (anche se il FAI l'ha giustamente ribattezzata "Parco di Villa Gregoriana", dando già un indizio più esatto su quanto ci si possa aspettare di trovarvi).
Ad ogni modo, se vi state ancora chiedendo quale sia la sua anima, io rispondo: la sorpresa. La sorpresa di un mondo fatto d'acqua e di alberi, così nascosto eppure così a portata di mano. Che aspetta solo di essere trovato. Per suscitare meraviglia. Per stupire. 
E tanto bello da sembrare esser messo lì proprio per ognuno di noi. Perché varcata la soglia dell'entrata, ci si possa ritrovare tra le cascate. Pieni di gioia.




martedì 15 aprile 2014

Plitvice: vivere in simbiosi con l'acqua



Nel cuore della Croazia, a 140 Km da Zagabria, in una zona montuosa ricca di foreste, sorge uno dei più bei parchi nazionali croati, dal 1979 meritatamente presente nella lista dei patrimoni dell'umanità Unesco. Si tratta di Plitvice, un'area naturale di 33.000 ettari, coperta da boschi ricchi di fauna e flora, intervallati da 16 laghi carsici, uniti tra loro da un suggestivo gioco di cascate e torrentelli più o meno imponenti.
Il Parco naturale si visita seguendo un percorso che porta a scoprire sia i laghi inferiori, più piccoli e a misura d'uomo, sia i suggestivi laghi superiori, dagli ampi panorami mozzafiato e vigorose cascate. E' un'immersione totale nella natura, che lascia lontano, lontanissimo nella mente, il resto del mondo. Esiste solo l'acqua e il bosco. Il qui e ora.
Il lago più grande, Kozjakè, è attraversabile con un battello elettrico, incluso nel prezzo del biglietto d'entrata al parco, e porta da una sponda all'altra dopo una piacevole navigazione che passa proprio dal centro del lago. Questo è il punto di unione tra i piccoli e i grandi laghi e, prima di continuare la passeggiata alla scoperta delle meraviglie di Plitivice, consiglio a tutti di fermarsi nelle piccole spiaggette del lago. Vige il divieto di balneazione per salvaguardare le specie acquatiche, l'acqua inoltre è molto fredda, nondimeno l'esperienza di sostare qui è veramente affascinante. Un paradiso tropicale non ha nulla da invidiare a questo lago dalle acque cristalline, circondato dalle più fitte foreste dall'aria misteriosa.
E se si osserva bene, se si resta a guardare con curiosità e senza fretta, si noteranno i branchi di grossi pesci che si avvicinano moltissimo alla riva, senza paura. E bellissimi fiori dalle accese colorazioni, nascere tra le rocce a ridosso dell'acqua.


  
Un sentiero fa il giro del lago e permette di addentrarsi un po' anche nelle foreste.
E' luglio quando lo visito. Eppure il sottobosco è già ricoperto di foglie rosse autunnali. Un salto nel tempo, se considero che ho lasciato da poche ore la costa croata ricca di bagnanti, dove luglio è luglio. Ma qui il clima è montano, e luglio preannuncia l'autunno, tingendo con i colori più caldi il bosco che attornia i laghi. Di notte è un bosco popolato da orsi e cinghiali.

Dopo aver camminato con rilassatezza attorno ai piccoli laghi, i laghi grandi sono invece una sorpresa. Il cuore inizia a battere forte. Maestosi, ampi, dalla forza vigorosa dell'acqua. Qui si intuisce la piccolezza dell'uomo e la ragione della natura.
Eppure è esattamente qui che, l'uomo, cerca il contatto più diretto, la simbiosi, con l'acqua. 
La passeggiata prosegue su camminamenti in legno, in mezzo ai laghi, che ne seguono fedelmente l'andamento. E' come camminare sull'acqua. A filo d'acqua per chilometri e chilometri. E non c'è più separazione tra noi umani e la natura. Ne diventiamo parte. Siamo acqua. Siamo cascata. Siamo lago. Anche noi. Mai in nessun altro posto, come a Plitvice, quest'unione diventa possibile. Una comunione nata da un'idea semplice ma geniale, fatta di tavole di legno pazientemente messe una dietro l'altra, fino a formare una strada. Sull'acqua.




E i pesci! Quanti sono e come si avvicinano! Sanno di essere rispettati come abitanti importanti del parco. Si fidano. E l'acqua è così trasparente che lascia vederli in tutta la loro bellezza. Pare di toccarli. O di nuotare insieme a loro, tanto sono vicini.


A fine giornata conserverete nelle orecchie il suono dell'acqua. Dell'acqua che scorre. E sentirete il vostro corpo, stanco per la passeggiata, eppure fatto più leggero, più liquido anch'esso. I pensieri stessi saranno fluidi, scorreranno argenteii e leggeri come l'acqua del parco. Depurati dal rumore e dalla sporcizia del mondo. Purificati. Più veri e sinceri.
No, Plitvice è un luogo che non si dimentica. Un luogo dalla personalità e dall'anima forte. Un'anima che tornerà spesso, negli anni, a solleticare la vostra fantasia, a visitare i vostri sogni, fino a farvi sentire forte desiderio di tornare. Tornare ancora una volta a vivere in simbiosi con l'acqua. Tornare a Plitvice. Tornare a essere acqua.




venerdì 3 gennaio 2014

Cava Grande del Cassibile: lo spirito dell'acqua


Siamo ancora una volta in Sicilia. Questa volta nella parte sud - orientale. In provincia di Avola, per la precisione. Alla scoperta di uno dei luoghi più affascinanti e meno conosciuti della regione: Cava Grande del Cassibile.
Aleggia un'aria di mistero, intorno a questo luogo. Qualcuno me ne aveva parlato: "laghetti, vegetazione, cascate", ma senza riuscire a dirmi il nome preciso né darmi indicazioni su come raggiungerlo, tanto che il luogo sembrava uscito solo dalla vaga fantasia che ammanta ricordi infantili o che ingrassa i vari "sentito dire".
Poi, all'improvviso, vicino Siracusa, ecco l'illuminazione: un cartellone con le riserve naturali della provincia, e tra essi Cava Grande. Ricollego immediatamente alla descrizione fattami anni prima e, finalmente, ho un nome da cercare sulle mappe. In realtà non è che il primo passo, poiché precise indicazioni non ve ne sono. Dalla cittadina di Avola occorre prendere la strada che sale in montagna, verso il Fiume Cassibile. Percorrendola, vi accorgerete di allontanarvi sempre di più dalla costa per inoltrarvi nell'entroterra a tratti arido e a tratti maggiormente boscoso. Capirete di essere arrivati nel luogo giusto quando, davanti ai vostri occhi, spunterà dal nulla una contradina fatta di: un bar - ristorante, un parcheggio per le automobili, un bagno con servizio docce e poco altro. 
A questo punto vi chiederete: "E i laghetti? Dove sono?". 
Osservate bene il panorama: siete in cima a una montagna, proprio sul suo ciglio, e sotto di voi si apre una valle profonda circa 300 metri. Lì in fondo, a valle, riuscite a distinguere quei puntini blu? Ecco: sono loro i laghetti che state cercando!


Non ve lo nascondo: scendere è dura e risalire è ancora peggio. Fatelo solo se siete allenati, con sufficienti riserve idriche, nelle ore meno calde della giornate e con scarpe adatte. Dovrete affrontare un sentiero pietroso, in alcuni punti abbastanza dissestato, che, attraverso tornanti più o meno ripidi, scende il costone della montagna fino ad arrivare a valle. All'entrata della Riserva, ossia all'inizio del percorso, vi verrà consegnato un numero che vi idenficherà nel corso della giornata e dovrete riconsegnare quando risalirete. Serve per controllare che, a sera, siano risaliti tutti i visitatori, sia perché è vietato soggiornare all'interno della Riserva, sia perché occorre verificare l'incolumità di tutti (infatti vi verrà dato il segnale di obbligo di risalita con un certo margine rispetto all'orario del tramonto, per lasciare spazio a eventuali emergenze).
Non voglio spaventarvi, ma è necessaria la massima consapevolezza: Cava Grande non è per tutti. Ma, se ve la sentite, non abbiate paura: sarà faticoso, ma vi assicuro che ne varrà la pena. 
Una volta terminato il sentiero, vi troverete davanti a un bivio: due cartelli di legno, a forma di freccia, indicheranno rispettivamente i laghetti principali e quelli secondari. Informatevi prima di decidere da che parte andare, perché non sempre sono entrambi accessibili per problemi di salvaguardia naturalistica. Se possibile, secondo me vanno visti entrambi. 
L'impressione che se ne ha, non so se perché dopo tanta fatica, è di essere arrivati nell'Eden come ve lo siete sempre immaginati: un luogo perfetto, tanto perfetto da essere sorprendente. Con l'acqua fresca e cristallina a ristorarvi, il cinguettio degli uccellini, la pace di una natura incontaminata a coccolarvi l'anima affaticata. I laghi sono il premio per il vostro sforzo. Sono metafora della ricompensa che attende, a chi crede, dopo le fatiche affrontate in vita.

I laghetti piccoli sono gioiellini blu che scorrono tra le montagne, gorgogliando allegramente, e formano piacevoli rivoli e cascatelle. In alcune pozze è possibile sdraiarsi per un idromassaggio naturale, ove la corrente non è molto forte ed è facile trovare appiglio tra le rocce. Diciamo che sono meno d'impatto rispetto ai laghi grandi, ma più riposanti e a misura d'uomo. Potrete passeggiare sulla loro riva e prendere confidenza con il piccolo paradiso in cui siete inaspettatamente arrivati. Per questo motivo vi consiglio di visitarli per primi.


I laghi grandi, invece, sono maestosi. E' innegabile. Iniziano esattamente come quelli piccoli: con piccoli rivoli di un intenso color verde smeraldo.


Ma ben presto ci si accorge che confluiscono in laghi maggiori, alimentati da una cascata grande e altre più piccole, attorniati da roccia calcarea levigata a strati dall'acqua nel corso dei millenni. Si formano delle vere e proprie piscine naturali, una di seguito all'altra.

Qui si può tranquillamente nuotare: i laghi sono balneabili. L'acqua è pulitissima e fresca. Un vero piacere immergersi. C'è chi ama tuffarsi dai vari "gradini" rocciosi, giocando a aumentarne l'altezza a ogni tuffo. Occorre stare però molto attenti, perché le rocce sono spesso bagnate e scivolose. Un altro accorgimento necessario è tenervi lontano dalla cascata, che genera una discreta forza e una corrente notevole. Per il resto, il bagno in questa valle isolata, nei laghetti circondati dalla vegetazione, sarà una sensazione impagabile. Benessere allo stato puro. Contatto ravvicinato con la natura più incontaminata.

Qui l'acqua è ovunque. Padrona assoluta del fascino del luogo. Potente o mansueta, a seconda dei punti in cui scorre. Ma sempre presente.


E l'anima di Cava Grande non può che essere la sua acqua. La magia dell'acqua. Nel vero senso della parola: il corso del fiume qui sembra animato da presenze misteriose. La sensazione è quella di un spirito che ci osservi, che nuoti insieme a noi, che abiti il luogo. La spirito dell'acqua. O forse delle ninfette che la abitano. Qui ritornano alla mente, intatte, le favole della nostra infanzia. Qui prende vita tutta la mitologia che abbiamo studiato a scuola. Le Naiadi (ninfe delle acque sorgenti), le Potamidi (ninfe dei fiumi), le Limniadi (ninfe dei laghi), paiono tutte abitare la Cava. 
O forse, più semplicemente, sono le suggestioni dell'uomo che sente la presenza e le storie di altri uomini, frequentatori di questo luogo nel tempo (Cava Grande venne abitata da insediamenti umani fin dal secolo XI a.C.). Un luogo carico di emozioni positive, perché da sempre teatro di racconti, di storie. Di vita.
Scrive Angelo Fortuna, in "Accadde a Cava Grande", Armando Siciliano Editore, 2007, Messina:
"Spinto da forza ignota, proseguii senza apparente meta finché non mi ritrovai sul ciglio di Cava Grande, custode dei millenni che rivivono perennemente negli echi misteriosi che, dal fondo della valle, si espandono lungo l'immane frattura e risalgono fino alla coscienza dei visitatori".
E ancora:
"In fondo, il fiume, che forma qua e là laghetti d'incomparabile bellezza, mormorava cattivanti storie del passato: numerose generazioni di uomini narravano la loro avventura terrena in questa silente immensità.
Mute spettatrici, impregnate delle impronte delle civiltà sepolte, le stratificazioni rocciose si animavano di ricordi..." 

Chiamatele ninfe, chiamateli ricordi oppure suggestioni, quello che è certo è che lo spirito della Cava sarà attorno a voi. Rintracciatelo nei gorgoglii delle cascatelle, nell'incrocio tra due rivoli d'acqua, nelle immagini sfocate che la luce disegna sul fondo dei laghetti... ovunque voi lo vogliate riconoscere, esso c'è.
Cava Grande non è solo bella: ha qualcosa di più. Qualcosa di misterioso che solo le anime più sensibili sapranno riconoscere. Qui l'acqua è viva, è animata. 
E solo se saprete sentirla, la vita dell'acqua, amerete questo luogo, fuori dai soliti itinerari turistici, non solo per la sua straordinaria bellezza, ma per quello che veramente è: un luogo magico.