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domenica 27 aprile 2014

La spiritualità di Capo Tindari


Tindari è una graziosa località della Sicilia settentrionale, nel territorio di Patti, in provincia di Messina. E' famosa per la presenza del Santuario dedicato alla Madonna Nera, probabilmente di provenienza orientale, scolpita in legno di cedro, che attira fedeli e curiosi da tutto il mondo. Il Santuario sorge esattamente sul  promontorio Capo Tindari, a picco sul mare, in una posizione senz'altro suggestiva.

Santuario della Madonna Nera

E' piacevole sostare nel piazzale antistante il Santuario, curiosare tra le bancarelle di souvenir religiosi e osservare il via vai dei fedeli. L'atmosfera che si respira è un sentimento diffuso e coinvolgente di spiritualità, che si sia credenti o meno.
La religione e la fede per chi crede. La spiritualità per tutti. 
Ossia quel sentirsi in un luogo speciale, che parla all'anima, che ha un'anima. E tanto è più vero se, lasciandoci alle spalle il Santuario, ci affacciamo dal magnifico belvedere del piazzale e rimaniamo incantati dallo spettacolo che si apre ai nostri occhi.

Laguna Oliveri e Spiaggia di Marinello

Sotto di noi, a picco sul mare, un magnifico gioco di acque, sabbie e di luce.
Si tratta della spiaggia di Marinello (detta anche Mare Secco) e dei sette laghetti, più o meno grandi, che costituiscono la laguna Oliveri, alle spalle della spiaggia. 
Spettacolare! 
Circolano leggende circa la formazione di questa spiaggia, la più diffusa delle quali narra di una bambina caduta dal piazzale del Santuario e ritrovata illesa sulla spiaggia formatasi dall'improvviso ritiro delle acque, per proteggere la piccola. Leggenda o fede, quello che è certo è che qui la perfezione della natura è totale. 
I laghetti e la punta della spiaggia modificano la loro forma ogni giorno, in seguito all'azione delle correnti e del vento che spostano la sabbia e la modellano a loro piacimento. Ogni volta, perciò, è una sorpresa l'assetto della laguna. E cambia sempre, in un moto perenne di forze naturali. 

Particolare della spiaggia

E di fronte a questo panorama, non si può non percepire la spiritualità della natura. La sua anima più vera che si manifesta senza remore e si unisce al credo dei pellegrini giunti al Santuario. Si ha una sensazione di totalità, di perfezione, di unicità di un luogo tanto completo da sembrare messo lì apposta per stordire l'uomo. Per emozionarlo e rapirlo. Per affascinarlo e trasportarlo in una dimensione tutta particolare. Dove la natura diventa anch'essa sacra, dopo aver visto quello che riesce a creare. Non rimane solo di contorno al Santuario, ma ne diventa parte integrante e imprescindibile. La spiritualità qui è ovunque. E' nel luogo stesso. E' il luogo.

 
Se si scende alla spiaggia, sarà bello camminare fino alla punta estrema, dove il mare si apre da entrambi i lati, mentre i piedi affondano in una sabbia chiara morbidissima.





C'è anche la possibilità di avvicinarsi ai laghetti. Qui l'ambiente è salmastro di tipo lacustre, con una flora e una fauna protette dall'istituzione della riserva naturale.
Sulla spiaggia iniziano ad aprirsi pozze di fanghi e cespugli di vegetazione che via via diventano sempre più numerosi e attorniano i laghetti, in un cambio repentino rispetto al vicinissimo ambiente marino. 
Ma come non notare, in cima al promontorio, il Santuario dove eravamo fino a un attimo fa? Da qui fa impressione vederlo tutto intero, costruito proprio sulla roccia di Capo Tindari, a picco sul mare. 
 


Viene voglia di sedersi qui e godersi tutto: il Santuario, la roccia, i laghi, la sabbia, il mare. Tutto il connubio di elementi che fanno questo luogo così speciale. E soprattutto, sentire che ha qualcosa da trasmetterci, che ha un'anima che sa toccare le corde della nostra interiorità, pronta a lasciarci qualcosa di nuovo dentro, quando infine andremo via.



domenica 16 marzo 2014

Una giornata nuvolosa al lago di Rosamarina


Certi luoghi, nelle giornate nuvolose, acquistano un fascino particolare. Fatto di immaginazione, di antiche leggende di acqua e di bosco, di storie nascoste dentro le nuvole. 
A volte questo supera la forza dei colori di una giornata di sole. Meno allegria, forse, ma più meditazione con il clima incerto e la luce che battaglia con le nubi. E l'intelletto si apre. Il pensiero si fa ampio e profondo. 
E' quello che mi è capitato visitando il lago di Rosamarina. Un bacino artificiale nei pressi di Caccamo, in Sicilia.
E' maggio. I fiori ci sono, infatti. Il prato verde anche. Il lago è lì in mezzo. Quieto. 
Eppure non ci sono i colori che mi aspettavo, quelli di una bella giornata di primavera con la luce che accarezza le cose e le rende perfette per una fotografia. Ma non metto via la mia inseparabile macchina fotografica. Perché questo posto, così, ha un fascino anche maggiore. E' più vero. O forse solo più mio, privato di altri visitatori meno temerari di me. Di quelli che vogliono il sole a tutti i costi.



Mi godo il lago, dunque. 
Con un cielo incerto riflesso nell'acqua calmissima. 
Con i ciottoli che vestono il fondale.
Con un ramo che esce dall'acqua, duro, a contrasto col paesaggio tanto calmo.
Immagino storie. Come si fa a non immaginarne?
Storie di ninfe o di creature mostruose. Storie di uomini. Storie di amori o di rancori. Poco importa. Quello che conta è essere qui. Esplorare con lo sguardo l'ampiezza di questo bacino così perfetto per essere artificiale.
Camuffato benissimo con l'armonia della natura.
Vorrei esplorarlo tutto. Ogni angolo potrebbe raccontare qualcosa, ne sono sicura. Ma è una giornata nuvolosa, è tardo pomeriggio, la strada che costeggia il lago non è nelle  condizioni migliori. E allora si respira tenendo a bada la frenesia. Si apprezza di più quello che si ha. Il resto si immagina. 
 

Risalendo lungo la strada che poi porta alla statale, una sorpresa mi aspetta. Cosa chiedere di più? Cavalli in libertà in un prato sopra il lago. 
Una coppia bruca vicina. E poi lui si discosta. Solitario e fiero si affaccia a guardare il lago che ora è totalmente avvolto dalle nuvole. Chissà cosa immagina, questo cavallo, di fronte tale panorama. E' giovane e sogna avventure che brama vivere o è anziano e contempla saggio e pieno di ricordi il suo lago?
Le ha già cavalcate, le sponde, o deve ancora farlo?



Li lascio lì. Il cavallo e le mie domande.
E vado in paese, a Caccamo. Non è più tempo, ormai, di stare al lago. Il tramonto si avvicina e l'aria si è fatta più fresca. 
E poi voglio vedere il castello medievale per cui è famosa la cittadina. Purtroppo però è già chiuso e mi devo accontentare di quello che si vede da fuori. Invitante lo è certamente. Con i merli e le torri, così a precipizio sopra una rupe. Un castello proprio come da bambini ci si aspetta che siano i castelli. Ci tornerò.

Castello di Caccamo

La vista da sopra deve essere senz'altro magnifica. Il castello è  costruito proprio su un precipizio da cui si apre il panorama su tutta la valle e sul lago stesso.
Ora le nubi si stanno tingendo di blu. Le storie che immagino sono favole. Di quelle belle ma che fanno anche un po' paura. Perché qualcuno è rinchiuso nelle prigioni dopo una battaglia o perché una bella principessa aspetta qualcuno che la salvi. Ma con quel precipizio pauroso deve aspettare ancora molto. Un temerario, un coraggioso, un eroe. 
Ma intanto ha quel magnifico lago e le colline verdi da ammirare. E il castello con il suo precipizio allora non le fa più tanto paura. E' imponente e bello.
O forse è pieno di fantasmi che la notte fanno cigolare le vecchie porte.
O solo di nidi di rondini che in primavera lo sorvolano garrendo...


E così si fa l'ora di tornare. Saluto il bel panorama e questa giornata in cui mi è sembrato di vivere nella dimensione di un sogno. Tornerò a Caccamo e al lago di Rosamarina. Vi farò sapere che effetto mi fa con il sole, gli  sportivi e i bagnanti. Sarà bello lo stesso, di sicuro.
Ma sarei pronta a scommettere che la vera anima di questo luogo si rintraccia esattamente nelle giornate come quella che ho vissuto io. Di quelle sospese tra sogno e realtà.